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C'è ancora un paese, uno tra i pochi in tutt'Italia, che protegge il fantastico mondo del gioco all'aperto dei più piccoli e, con un salto all'indietro, riporta a quando i bambini si divertivano in strada con un pallone o nascondendosi dietro i palazzi. Attenzione, rallentare: in questo paese i bambini giocano ancora per strada. Chi arriva nel borgo di Castel Gandolfo, a due passi dal solenne Palazzo Pontificio affacciato sullo specchio lacustre, si trova davanti a due cartelli - posti agli ingressi del centro - con l'invito ad andare a bassa velocità per rispettare i piccoli che corrono all'aria aperta, mentre sognano cosa fare da grandi. La segnaletica è un chiaro no agli smartphone e alla playstation, oggetti sempre più presenti nelle camerette dei giovanissimi, nonostante l'allarme lanciato dagli esperti.
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L'INVITO
Automobilisti, rallentate: partite di pallone in corso. Può sembrare una piccola cosa ma somiglia a una rivoluzione, nella società virtuale di oggi. Qui, nel caratteristico centro scelto dai papi per i loro soggiorni estivi, è dunque possibile imbattersi non solo in segnali di divieto, targhe storiche e parchimetri, ma anche in una porta di calcio improvvisata con i gessetti o (immaginata) con due lattine ammaccate. E, magari, può anche capitare di sentire un gioioso Uno, due, tre, stella e vedere giovanissimi saltellare su una gamba nelle caselle numerate del gioco della campana.
«Quello sulla tutela del gioco all'aperto è uno dei più importanti cartelli di cui una città possa fregiarsi dice con orgoglio Alberto De Angelis, sindaco di Castel Gandolfo così proteggiamo uno spazio pubblico dove camminano e giocano i bambini, tuteliamo il loro mondo e le loro espressioni.
«Lieti di essere un piccolo borgo - aggiunge il vicesindaco, Cristiano Bavaro - che ha il privilegio di vedere i propri bambini giocare in strada. Dobbiamo tutelarli in tutti i modi». Ricordi intramontabili, immagini ereditate dalle generazioni passate, che si auspica possano tornare in auge ovunque. Il gioco all'aperto è un'usanza quasi sconosciuta agli adolescenti di oggi, ma dagli effetti straordinariamente positivi sulla formazione dei ragazzi, in termini di senso dell'orientamento e di rispetto delle regole. «Negli anni sono stati condotti diversi studi - spiega Lucilla Zenobi, psicologa dei Castelli Romani, esperta di problematiche giovanili- sia sul versante pedagogico sia su quello psichico, che hanno portato allo stesso risultato: giocare all'aperto fa bene perchè rafforza le difese immunitarie, favorisce la coesione, sviluppa il sistema cognitivo e l'autostima». Oggi si calcola che solo il 14% dei ragazzi giochi o svolga attività all'aperto tutti i giorni. Ne consegue una serie di disagi di natura fisica e psicologica che colpiscono i più piccoli, sempre più distanti dalla natura. «Per questo motivo - aggiunge l'esperta - sembrano essere più inclini all'iperattività, al comportamento irrequieto e alla disattenzione. Che la natura e le attività all'aperto siano una grande fonte di ispirazione ed una grande risorsa per l'apprendimento dei ragazzi ce lo ricordano anche le fiabe, quasi sempre ambientate nel bosco, con animali». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero