Case popolari, si cambia: centrale unica d'appalto per interventi più veloci

Approvata la delibera per snellire le richieste di manutenzione straordinaria

Case popolari, si cambia: centrale unica d'appalto per interventi più veloci
«Mi dispiace, non ce ne occupiamo noi». Poche cose fanno arrabbiare i cittadini come non sapere "dove sbattere la testa" davanti a un problema. Lo sanno...

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«Mi dispiace, non ce ne occupiamo noi». Poche cose fanno arrabbiare i cittadini come non sapere "dove sbattere la testa" davanti a un problema. Lo sanno bene, tra gli altri, quelli che abitano nelle case di proprietà del Comune. Spesso in difficoltà nel capire a chi rivolgersi per sostituire una caldaia o in caso di infiltrazioni.

Oggi, infatti, la gestione dei normali inconvenienti è piuttosto frammentata e, a seconda del problema, vengono coinvolte diverse strutture capitoline. E questo finisce per peggiorare tempi e costi degli interventi. Un tema su cui interviene una delibera approvata giovedì dalla giunta di Roma e presentata dagli assessori Tobia Zevi (Patrimonio), Ornella Segnalini (Infrastrutture), Andrea Catarci (Servizi del territorio) e Sabrina Alfonsi (Rifiuti e ambiente). In sostanza, una volta terminato l'iter, nascerà un modello centralizzato per la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti gli immobili del Comune.

COSA CAMBIA

La prima novità è costituita dal "call center unico". In caso di problemi, si prevede una centralizzazione delle segnalazioni a "Risorse per Roma": la società in house del Comune, a seguito di un sopralluogo, provvederà a smistare la pratica "a chi di dovere". Insomma, il cittadino eviterà inutili telefonate a destra e manca. Tema particolarmente "caldo" rispetto alla manutenzione straordinaria (non strutturale) degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (Erp): ad esempio, il rifacimento della pavimentazione. Un altro fronte spesso "scoperto" per rimpalli di responsabilità è la cura degli immobili non assegnati (oppure assegnati a privati). Ambiti dei quali si occuperà il dipartimento "Patrimonio" del Comune.

Sulla base delle nuove disposizioni, poi, gli accordi-quadro (il "contenitore" dei singoli contratti di volta in volta stipulati) saranno gestiti dalla Centrale Appalti del Comune. Essa sarà responsabile del processo di acquisto (anche pianificando la spesa), lasciando poi alle strutture tecniche la possibilità di staccare ordini a prezzi stabiliti. L'obiettivo è ridurre tempi e costi di intervento, oltre a una maggiore omogeneità del servizio. La preoccupazione del Campidoglio è anche quella di proteggere il proprio patrimonio immobiliare: la mancanza di manutenzione, infatti, finisce per incidere sul valore di mercato degli edifici.

L'ACCORDO QUADRO

Finora, fanno sapere dal Comune, è stato messo a punto un primo accordo quadro di 5 milioni per il 2024. A partire da luglio, una volta a regime, si prevede di arrivare però a 25/30 milioni.
«Con l'approvazione di questa delibera finisce il tempo degli interventi spot e del continuo rimpallo di competenze e inizia la stagione degli accordi quadro che saranno gestiti dalla Centrale Appalti. E le segnalazioni saranno gestite attraverso un Contact center da Risorse per Roma. Un atto apparentemente semplice, ma in realtà molto complesso che rappresenta un passo da gigante per l'amministrazione capitolina», dichiara il sindaco Gualtieri, secondo cui «miglioriamo la qualità della vita delle persone, come quelle che abitano le nostre case popolari, e quella del nostro patrimonio».

Per partire manca ancora l'ultimo "sì", quello dell'Assemblea capitolina. Potrebbe volerci ancora qualche mese. Per dare un'idea di cosa parliamo in attesa che vada in porto la mappatura del patrimonio di Roma si stima che il Comune sia proprietario di circa 100mila fra terreni, uffici, case, locali.

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Il Messaggero