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Oltre duemila case popolari di proprietà del Campidoglio sono abitate abusivamente da persone che non ne hanno diritto. Un dato preciso ancora non c'è, in attesa di una ricognizione puntuale che manca da anni, considerata anche la sanatoria regionale introdotta nel 2020. Ma la stima dell'amministrazione parla di una quota di occupazioni illegittime che si aggira tra il 7 e l'8 per cento delle circa 30 mila unità immobiliari comunali - l'Ater (di competenza regionale) nella Capitale ne ha altre 50 mila - con danni evidenti per chi avrebbe titolo di vedersi assegnati quegli appartamenti, oltre ai mancati incassi per i canoni (pur di modesta entità) che non vengono pagati. Palazzo Senatorio punta in tempi brevi ad avere un quadro preciso della situazione. In attesa di proseguire a trovare, in accordo con la Prefettura, soluzioni che ripristino la legalità, pur tutelando i nuclei in situazione di reale fragilità, risalendo soprattutto ai veri responsabili di tante occupazioni.
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GLI ARRETRATI
Altro punto critico nella gestione dell'edilizia residenziale pubblica del Comune di Roma è quello della morosità degli inquilini.
LA MAPPA
Poi c'è il tema delle case di proprietà comunale in zone non popolari, anche di pregio, assegnate a chi non ne ha diritto, con canoni spesso troppo bassi rispetto ai prezzi di mercato. «Abbiamo preso l'impegno di pubblicare l'elenco del cosiddetto patrimonio disponibile nelle prossime settimane - assicura Zevi - Varando contemporaneamente il nuovo regolamento per l'utilizzo di questi immobili». Le nuove norme dovranno definire i criteri con i quali saranno scelti gli inquilini delle case di proprietà del Comune e quali di queste vadano vendute o possano essere destinate ad attività sociali. «Su questi punti apriremo un ampio dibattito in consiglio comunale e in commissione patrimonio - sottolinea l'assessore - Se dovessi fare una proposta mi piacerebbe che, se noi scoprissimo di avere un numero significativo di case disponibili non popolari anche in quartieri centrali, potessimo destinarle a qualche target di riferimento preciso, come gli studenti universitari». Leggi l'articolo completo suIl Messaggero