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Dalla Magliana a Cinecittà Est, da Don Bosco alla Romanina. Un appartamento su tre di proprietà di enti privati è occupato. Ci sono bande che si spartiscono intere vie e quartieri, ciascuna con i propri addentellati nei condomini e persino negli uffici municipali. Spie che dietro una “congrua” remunerazione avvisano, di volta in volta, quando una famiglia “ha bisogno” e una abitazione viene liberata e, nell’attesa di una nuova assegnazione, danno il via ai raid, con tanto di muratori e fabbri che, nottetempo, scardinano serrature e abbattono portoni per consentire agli abusivi di entrare.
LE INCHIESTE
Ci sono inchieste partite dai commissariati Tuscolano e Romanina che hanno già portato ai primi arresti. E la Procura di Roma, dopo l’occupazione lampo della casa dell’anziano Ennio Di Lalla, che lui aveva riscattato in via Pasquale del Giudice a Don Bosco, sta acquisendo ulteriori informazioni da fare confluire in un nuovo fascicolo. Il faro degli investigatori è puntato su alcune ondate di occupazioni “anomale” e più recenti. Quelle che hanno portato diverse famiglie di nazionalità sudamericana, cilene e peruviane, a occupare numerosi appartamenti nei palazzi di viale Ciamarra e via Francesco Gentile, mentre altrove, come in via Sante Vandi, a occupare risultano prevalentemente cittadini di nazionalità romena e moldava.
Solo coincidenze? Difficile pensarlo.
IL MECCANISMO
Un business, il racket delle case, redditizio alla stregua di altri affari criminali come il traffico della droga e delle estorsioni. Un investigatore di lungo corso spiega che «per ogni casa occupata l’abusivo è disposto a pagare dai 4 ai 10mila euro, ossia poco o niente rispetto alla prospettiva di non pagare l’affitto o il mutuo per anni». A occupare non sono solo gli italiani spesso con guai con la giustizia a cui le organizzazioni criminali, a modo loro, assicurano un alloggio spesso tra i palazzi di proprietà dell’Ater e assegnati dal Comune.
Il meccanismo riguarda stabili di proprietà degli enti anche in via Pietro Marchisio e in via Libero Leonardi, in via Flavio Stilicone e in via Calpurnio Fiamma. Occupazioni si sono registrate anche tra il Trullo e la Magliana. Blitz dopo blitz, negli anni, nella sola Cinecittà Est si contano una media di un appartamento su tre occupato illegalmente. Pochi i casi agenti e carabinieri sono riusciti a intervenire nell’immediato, magari dietro la segnalazione di un inquilino. Soprattutto, nonostante l’occupazione sia un reato considerato «permanente», quasi mai l’autorità giudiziaria decide di procedere in flagranza.
MULTE DA 300 EURO
I tempi per lo sgombero diventano biblici e destinati a fermarsi in presenza di anziani o bambini malati. Non solo. I procedimenti finiscono perlopiù davanti al giudice di pace, in coda ai casi “minori”. L’articolo 633 del codice penale, infatti, prevede che «chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 103 a euro 1032». Insomma, come a dire, da parte di chi, nel peggiore dei casi dovesse essere mandato via: «Tante grazie dell’ospitalità e arrivederci».
Il Messaggero