Sette anni di carcere e tre anni di libertà vigilata per violenza privata e lesioni aggravate dal metodo mafioso. È la pena inflitta oggi ad Antonio Casamonica per...
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Momenti di caos e urla contro giudici, pm e giornalisti in aula alla lettura della sentenza. «Vergognatevi schifosi, l'Italia fa schifo» hanno urlato in aula i parenti di Casamonica. Accompagnati fuori dall'aula dalle forze dell'ordine, hanno poi minacciato e insultato i giornalisti: «Guai a voi se pubblicate le nostre foto». «Era già tutto scritto». «Legge di merda». «Solo perché siamo i Casamonica».
Nel mirino di Casamonica e di due lontani cugini, Alfredo e Cristian Di Silvio (già condannati in un procedimento parallelo con le stesse imputazioni) una cliente del locale, invalida civile che si era permessa di contestare Casamonica che con atteggiamento arrogante e da boss «dava dei rumeni di merda...» ai titolari del bar. Alla battuta della donna «perché allora non vai a comprare le sigarette altrove» era scattato il pestaggio, con minacce finali «taci che è meglio», dopo averle tolto il telefono.
Per lo stesso episodio Alfredo e Cristian DI Silvio erano stati condannati col rito abbreviato rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e a 4 anni e 8 mesi, assieme al nonno Enrico Di Silvio (3 anni e 2), quest’ultimo accusato di tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso per aver tentato di far ritirare la denuncia del barista e della cliente con la minaccia «...allora volete la guerra».
Antonio Casamonica durante l’aggressione aveva passato la cinta ad Alfredo DI Silvio per picchiare la donna e poi lo aveva incitato.
Per Il rampollo di Casamonica, quel giorno arrivato al bar in Ferrari, il pm GIovanni Musaró aveva chiesto sette anni e quattro mesi. «Un gesto ostentato, da boss», aveva detto il pm in requisitoria.
La vittima dovrà essere risarcita con sessantamila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero