Casamonica, 22 arresti: un patto con i colombiani per la coca da 100mila euro al mese

Il clan del Casamonica ha messo in atto una sorta di espansione criminale puntando alla gestione delle piazze di spaccio dell'intera area sud di Roma. È quanto è...

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Il clan del Casamonica ha messo in atto una sorta di espansione criminale puntando alla gestione delle piazze di spaccio dell'intera area sud di Roma. È quanto è emerso dall'indagine della Dda e dei carabinieri della Compagnia Casilino culminata oggi con nuova operazione che ha portato in carcere altre 22 persone, tra appartenenti alla famiglia e affiliati. Il gruppo che fa capo a Salvatore Casamonica, attualmente detenuto in regime di carcere duro a Sassari, aveva stretto alleanze con i narcotrafficanti colombiani e gruppi criminali minori in modo da garantire l'approvvigionamento di droga anche nella zona della Garbatella, Eur, Tor Marancia, Appio Latino e Tuscolana.


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Gli inquirenti stimano che il giro di affari poteva raggiungere i 100mila euro al mese. Una espansione ottenuta soprattutto agli accordi con i narcotrafficanti colombiani con i quali il boss Salvatore aveva rapporti diretti come emerso da una intercettazione telefonica di alcuni mesi fa grazie alla quale è stato possibile sventare l'arrivo a Roma di un carico di 7 tonnellate di cocaina pura.

«Il dato di novità che emerge dalle investigazioni condotte nell'odierno procedimento - scrive il gip Maria Paola Tomaselli nell'ordinanza - consiste nel fatto che i Casamonica agiscono, per la realizzazione dei fini del programma associativo, in base ad una struttura ramificata sul territorio ed articolata in più piazze di spaccio, ma pur sempre operanti in un contesto unitario assicurato dal costante raccordo tra i vari soggetti posti al vertice delle rispettive articolazioni» e in particolare le figure di Domenico, Massimiliano e Salvatore 'Andreà Casamonica.

 
 Dall'informativa del gip emergono anche episodi curiosi. È il caso di un pusher al servizio del clan che nascondeva la droga nella lavatrice ma che per errore ha azionato la macchina «lavando» tutto ciò che aveva nascosto. Nell'ordinanza viene citata, al tal proposito, una intercettazione del 27 marzo del 2017 in cui lo spacciatore, evidentemente preoccupato per quanto compiuto, chiama una donna del clan. 

  «Ho fatto 'na cazzata, ho messo tutto in lavatrice, so annato a casa ieri, avevo portato tutto su che c'era mi figlia, ho messo?ho fatto la lavatrice, mi sono scordato». La donna taglia corto: «te lo dico, fatti il segno della croce...». Intanto a breve ci sarà la chiusura inchiesta per oltre 60 persone appartenenti al clan Casamonica e coinvolte in due indagini della Dda di Roma culminate con una serie di arresti avvenuti nel luglio del 2018 e nello scorso aprile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero