Il clan del Casamonica ha messo in atto una sorta di espansione criminale puntando alla gestione delle piazze di spaccio dell'intera area sud di Roma. È quanto è...
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Gli inquirenti stimano che il giro di affari poteva raggiungere i 100mila euro al mese. Una espansione ottenuta soprattutto agli accordi con i narcotrafficanti colombiani con i quali il boss Salvatore aveva rapporti diretti come emerso da una intercettazione telefonica di alcuni mesi fa grazie alla quale è stato possibile sventare l'arrivo a Roma di un carico di 7 tonnellate di cocaina pura.
«Il dato di novità che emerge dalle investigazioni condotte nell'odierno procedimento - scrive il gip Maria Paola Tomaselli nell'ordinanza - consiste nel fatto che i Casamonica agiscono, per la realizzazione dei fini del programma associativo, in base ad una struttura ramificata sul territorio ed articolata in più piazze di spaccio, ma pur sempre operanti in un contesto unitario assicurato dal costante raccordo tra i vari soggetti posti al vertice delle rispettive articolazioni» e in particolare le figure di Domenico, Massimiliano e Salvatore 'Andreà Casamonica.
Dall'informativa del gip emergono anche episodi curiosi. È il caso di un pusher al servizio del clan che nascondeva la droga nella lavatrice ma che per errore ha azionato la macchina «lavando» tutto ciò che aveva nascosto. Nell'ordinanza viene citata, al tal proposito, una intercettazione del 27 marzo del 2017 in cui lo spacciatore, evidentemente preoccupato per quanto compiuto, chiama una donna del clan.
Il Messaggero