«Venite in Italia, qui si ruba» sgominata la gang dei furti in villa incastrati dalle intercettazioni

«Venite in Italia, qui si ruba» sgominata la gang dei furti in villa incastrati dalle intercettazioni
«Vieni qui, sei in Italia e non in Romania. Qui si ruba». E poi: «Se tu prendono in Romania, ti danno sette o otto anni per una tuta da ginnastica, in Italia è diverso....

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«Vieni qui, sei in Italia e non in Romania. Qui si ruba». E poi: «Se tu prendono in Romania, ti danno sette o otto anni per una tuta da ginnastica, in Italia è diverso. Aspetta le prime piogge e raggiungimi, ti dico io dove rubare».


Eccola, la banda delle rapine in villa che prepara le razzie nei quartieri bene di Roma sud, nel triangolo tra l’Eur, Casapalocco e l’Axa. Li hanno arrestati gli uomini della polizia di Stato, dopo aver intercettato per settimane le conversazioni disinvolte con le quali reclutavano la manovalanza. Perché è con argomenti come quelli descritti nelle telefonate che il capo della banda, detto Il mafioso, convinceva i suoi connazionali ad entrare nell’organizzazione che nell’ultimo anno avrebbe messo a segno decine di colpi sul litorale romano.



SUL LITORALE

La banda, sgomitata dalla polizia di Ostia dopo un’indagine ribattezzata “Romania Express”, si era specializzata anche nella ricettazione della refurtiva, che veniva inviata in Romania con autotrasportatori che viaggiavano regolarmente in autostrada. Il capo dell’organizzazione criminale è stato rintracciato e arrestato giovedì sera dagli agenti delle volanti del commissariato Lido, diretto dal dottor Antonio Franco, nel suo nascondiglio all’interno della pineta delle Acque Rosse a Ostia. Per trovarlo gli agenti si sono travestiti da rom. Hanno trascorso tre giorni e tre notti nell’area verde del X municipio dove si trovano diverse baraccopoli. Il mafioso (chiamato così dai suoi perché «è uno forte, un ladro vero» si legge nei verbali) viveva in un tugurio dove sono state recuperate anche diverse macchine fotografiche rubate con cui si era scattato un selfie dopo ogni furto. Ci sono foto in cui l’uomo è circondato da monete, altre in chi è sdraiato su un materasso pieno di banconote. Quello che ha lasciato sbalorditi gli investigatori erano proprio i toni di quelle telefonate che il boss della banda faceva con i ragazzi da reclutare, diversi dei quali agganciati davanti alle sedi della Caritas.



SPRAY URTICANTE


«Lascia perdere la Romania, li ti mettono in galera. Vieni in Italia: qui sì che si ruba facile» diceva. «Porta lo spray al peperoncino - consigliava - con quello qui addormenti i cani e entri anche nella casa di Berlusconi». Sempre stando alle intercettazioni il giro dei furti permetteva alla banda bottini da capogiro. «Fallo venire a settembre - spiegava a un parente nel corso di una telefonata al paese d’origine - In quel periodo con le prime piogge e le giornate più corte si fanno anche 15 o 16mila euro». Le indagini sono state avviate a novembre dello scorso anno dopo il furto nella villa di un facoltoso imprenditore romano al quale era stata sottratta anche l’auto. Attraverso il satellitare la vettura è stata ritrovata all’Axa con a bordo un componente della banda. Intercettazioni e un lavoro più complesso e lungo hanno portato i poliziotti a stringere le manette anche ai polsi del capo che di anni ne ha 41. Altre tre persone, una donna e due uomini, sono state segnalate all’autorità giudiziaria. L’attività investigativa punta anche a capire che fine facessero i soldi e i preziosi una volta arrivati in Romania. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero