Roma, casa a luci rosse per anziani al Torrino. «Siamo Covid-free», l'annuncio in rete

Roma, casa a luci rosse per anziani al Torrino. «Siamo Covid-free», l'annuncio in rete
Non ci è voluto molto agli agenti del commissariato San Paolo per capire che, effettivamente, quel continuo andirivieni di uomini - e anche donne - nell’appartamento...

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Non ci è voluto molto agli agenti del commissariato San Paolo per capire che, effettivamente, quel continuo andirivieni di uomini - e anche donne - nell’appartamento al seminterrato di un elegante palazzina di via della Grande Muraglia, al Torrino, non nascondeva altro che una casa di appuntamenti pubblicizzata su numerosi siti di incontri hard. Del resto, la segnalazione dell’amministratore di condominio era stata chiara e dettagliata dopo le continue e numerose lamentele degli altri inquilini. Inutile rivolgere le proprie rimostranze direttamente al proprietario o all’affittuario dell’abitazione, quest’ultimo un italiano sedicente commercialista di origine catanese con precedenti per truffa. 

Per anni l’”attività” è andata avanti indisturbata, fino al blitz della polizia che mercoledì scorso ha posto fine al “mercato del sesso” aperto giorno e notte e rivolto in particolare a clienti agée, ossia over 50 e over 60, alcuni dei quali facoltosi professionisti e imprenditori. 

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L’ESCAMOTAGE
Quando i poliziotti diretti dal dottor Michele Peloso, dopo alcuni appostamenti, l’altro giorno hanno bussato alla porta dell’appartamento, ad aprire loro è stata la maitresse, una donna brasiliana di quarant’anni, che aveva appena terminato un incontro con un cliente. In casa c’era anche un’altra “collega”. Le donne risultavano impiegate in una ditta edile di Catania riconducibile all’affittuario, una società che, in passato, era finita sotto sequestro per una brutta storia di false fatturazioni. 
L’assunzione delle due donne, piuttosto, era funzionale a fare avere loro il permesso per “esercitare” in Italia. Un escamotage su cui ora sono in corso ulteriori approfondimenti da parte della squadra di polizia amministrativa.

L’italiano, a quanto pare, non solo provvedeva a versare l’affitto (circa 950 euro al mese) ma si occupava di gestire anche “l’immagine” delle due donne, in arte Luana e Melissa, curandone la pubblicità delle prestazioni, con dovizia di dettagli, su alcuni siti specializzati in incontri ed escort. Social rivolti soprattutto a una clientela ricercata. Negli annunci, l’uomo usava anche l’accortezza di garantire servizi “Covid-free”: incontri in sicurezza, specificava. 

LA CLIENTELA
Uno dei clienti fermato e ascoltato dagli investigatori ha ammesso di essere un habitué della casa a luci rosse. «Vivo di rendita grazie a delle proprietà e non mi vergogno», la sua “confessione”. Le due sudamericane aveva telefonini e schede sim procurate loro sempre dall’italiano che è stato denunciato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. 


La casa era affittata da circa cinque anni. Nessun provvedimento era mai stato preso tanto dal proprietario quanto dall’inquilino nonostante le svariate segnalazioni. Di lì la protesta sempre più accesa da parte degli altri condomini. Dopo il blitz dei poliziotti, finalmente, gli altri inquilini esultano: «Le brasiliane hanno lasciato l’appartamento, quel via vai è finito. Forse avremmo dovuto denunciare anche prima», dicono.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero