Roma, multe e cartelle esattoriali: 30mila a rischio annullamento

Roma, multe e cartelle esattoriali: 30mila a rischio annullamento
Quasi trentamila tra multe e relative cartelle esattoriali spedite ai romani via pec (posta elettronica certificata) sono a rischio annullamento. La causa? La mancanza della...

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Quasi trentamila tra multe e relative cartelle esattoriali spedite ai romani via pec (posta elettronica certificata) sono a rischio annullamento. La causa? La mancanza della regolare firma digitale da apporre al documento che viene inviato, di solito in formato pdf, in allegato alla mail. 

 

La questione

Ad aprire la questione è stato il Giudice di pace di Roma che, alla sezione V civile, ha annullato un fermo amministrativo disposto dall’Agenzia delle entrate-Riscossione (l’ex Equitalia) per conto del Comune di Roma. La sentenza, che si basa su recenti decisioni della Commissione tributaria e della Corte di Cassazione, ha dichiarato non valida la notifica della cartella esattoriale, avvenuta via pec, proprio perché il file allegato, ossia la cartella stessa, non era firmata digitalmente.

 

 

Le conseguenze

In bilico ci sono, ora, tutti i verbali spediti in questo modo ai romani. E non sono cifre da poco, anche se la maggior parte delle contravvenzioni continua a essere spedita in formato cartaceo: in un anno vengono spedite con la posta elettronica certificata sette-ottomila multe e quasi ventimila cartelle esattoriali. Che adesso dovranno essere ben verificate perché, nell’ambito delle cartelle di pagamento, la giurisprudenza sta fissando il principio che l’atto amministrativo notificato con Pec non può contenere allegati in Pdf poiché questi ultimi non sono che mere riproduzioni meccaniche di un originale che il destinatario non vedrà mai. È come se si trattasse di fotocopie, che non certificano la loro autenticità.

 

La procedura

Per garantire invece la genuinità e la provenienza dell’allegato è necessario che questo sia firmato con firma digitale e, quindi, che l’allegato sia invece in formato p7m, l’unico che garantisce infatti l’integrità e l’immodificabilità del documento informatico e l’identificabilità del suo autore grazie alla firma digitale. Per poterlo aprire è necessario che sul computer del contribuente, destinatario dell’atto, sia installato un particolare software che consente di visualizzare e leggere il file e di verificare la firma e l’autenticità del nome del mittente.

 

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Le verifiche

«Questa sentenza del Giudice di pace, che segue le orme della Commissione tributaria e della Cassazione, è rivoluzionaria perché considera non correttamente notificate le cartelle esattoriali via pec che non siano state firmate digitalmente - commenta l’avvocato Filippo Carusi, autore del ricorso accolto - E la stragrande maggioranza delle cartelle e anche delle multe notificate da Roma Capitale non sono firmate digitalmente, e sono dei semplici file in pdf. 


Questo porterà a un’ecatombe di tutte le cartelle e le multe che sono state notificate male: quindi raccomandiamo ai cittadini romani di verificare se i file che hanno ricevuto via pec come multe, da parte dell’amministrazione comunale, o come cartelle, da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione, siano firmate digitalmente. Perché, in caso negativo, possono essere annullate davanti al giudice competente. A mio parere si tratta di una sentenza copernicana».

 

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Il Messaggero