Carsoli aiuta una piccola profuga dall'Ucraina: Violetta portata in ospedale a Roma dai volontari

Una manifestazione contro il conflitto sul teatro ucraino
Un paese e un’associazione si mobilitano per strappare dalle bombe della guerra in Ucraina una bambina di cinque anni e la fanno curare al Bambino Gesù di Roma....

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Un paese e un’associazione si mobilitano per strappare dalle bombe della guerra in Ucraina una bambina di cinque anni e la fanno curare al Bambino Gesù di Roma. E’ una storia di grande umanità portata avanti dalla Comunità di Carsoli cittadina abruzzese ai confini con il Lazio, vicino a Subiaco e dall’associazione “Edoardo Marcangeli”. Tutto è iniziato con lo scoppio della guerra in Ucraina, la piccola Violetta era stata già ospite dell’associazione per importanti cure all’ospedale pediatrico di Roma poi era tornata in patria ed effettuava sul posto i relativi controlli. Ma le bombe del conflitto avevano reso impossibile seguire la terapia in Ucraina e così la madre venticinquenne ha salutato il marito partito per il fronte di guerra e aiutata da un amico è riuscita a varcare a piedi la frontiera ungherese insieme alla piccola.

«Hanno dormito una notte in un capannone di lamiera – racconta Adelfo presidente dell’associazione di Carsoli - poi sono riuscite a trovare un pullman che trasportava i profughi, ci hanno telefonato e siamo andate a prenderle in un autogrill autostradale in Italia». La bambina e la mamma sono ora ospiti a Carsoli in un appartamento preso in affitto dall’associazione ma è una gara di solidarietà di tutta la comunità abruzzese nei loro confronti. «Ci siamo subito mobilitati – dice Velia Nazzarro, sindaca di Carsoli – ma l’associazione aveva già pensato a tutto. Alla piccola hanno fatto trovare una camera piena di giocattoli, ma intorno a loro c’è l’affetto e la solidarietà di tutta la nostra cittadina, pronti per qualsiasi esigenza».

Naturalmente la bambina e la giovane mamma Mariana, verranno accompagnate nella loro trasferta romana al Bambino Gesù quando la piccola effettuerà i controlli e le cure. Una storia di amore e di aiuto umanitario verso il prossimo che ne svela un’altra da libro cuore. E’la nascita dell’associazione Marcangeli, messa in piedi da Adelfo e signora dopo la morte dell’unico figlio per leucemia. Ora i due coniugi insieme ad altre persone hanno creato a Roma la casa di Edo dove ospitano famiglie che hanno in cura i loro piccoli all’ospedale pediatrico romano. «E’ sempre piena – conclude Adelfo - arrivano da tutte le regioni d’Italia ma anche dall’estero, ora ne attrezzeremo anche un’altra».

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Il Messaggero