Caro bollette al ristorante, prezzi troppo alti e i romani cenano a casa: incassi in calo del 20%

Un romano su due (dunque il 50%) declinerà almeno un appuntamento: si resta a casa o a Natale o a Capodanno

Caro bollette al ristorante, prezzi troppo alti e i romani cenano a casa: incassi in calo del 20%
Spesa al supermarket o al mercato? A Natale pranzo a casa o a ristorante? E poi a Capodanno? Se non sarà necessario ricorrere alla calcolatrice, più di un romano a...

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Spesa al supermarket o al mercato? A Natale pranzo a casa o a ristorante? E poi a Capodanno? Se non sarà necessario ricorrere alla calcolatrice, più di un romano a mente o appuntando tutto su un foglio di carta farà di conto in vista delle prossime festività natalizie. Dove trascorrere quei momenti di socialità e di ritrovo con amici e parenti? È questione di scelte e stavolta saranno inevitabili. Così, in previsione di ciò che riserveranno le feste, le associazioni dei pubblici esercizi tracciano uno scenario che sarà scandito dal risparmio e dall'attenzione. Un romano su due (dunque il 50%) declinerà almeno un appuntamento: si resta a casa o a Natale o a Capodanno e nella scelta dei locali, vinceranno quelli con delle caratteristiche chiare. Ovvero qualità e centralità. «Già la Confcommercio ha stimato una contrazione sugli acquisti di Natale per i regali - commenta Sergio Paolantoni, a capo della Fipe - e inevitabilmente questo si ripercuoterà anche sui pubblici esercizi ma anche su cosa comprare per i veglioni e le feste, su dove trascorrerle. Del resto i rincari sulle materie prime hanno fatto aumentare i prezzi sia per i consumatori che per i titolari dei locali». È una catena difficile da spezzare: quale che sia l'anello i rincari non risparmiano nessuno.

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LE SCELTE


Le associazioni fanno qualche esempio: solo i panettoni, sia industriali che artigianali, «Sono aumentati del 30 e del 40 percento e questo sia per le materie prime che servono ma anche per i costi energetici legati alla loro cottura - prosegue Paolantoni - che si acquisti per consumare a casa o si spenda per pranzare o cenare fuori, sarà tutto un po' più caro». Da qui dunque la scelta cui segue almeno una rinuncia. Con una contrazione certa dei fatturati di almeno il 20% per ristoranti e bistrot. «Nel mese di novembre abbiamo registrato un aumento dell'8 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno - aggiunge Claudio Pica della Fiepet Confesercenti - speriamo che il trend resti positivo anche sotto le festività a è difficile da credere almeno per il comparto dei consumatori romani, escludendo dunque i turisti». Tanti quelli attesi nella Capitalee «questo andrà a beneficio dei locali più centrali - concordano Paolantoni e Pica - con una penalizzazione di quelli più periferici». Per quest'ultima tipologia di locali - fatta eccezione per quelli frequentati da un target giovanile - c'è già più di un titolare che ha iniziato a pensare se restare aperti oppure no il giorno di Natale o quello di Santo Stefano. Per chi infatti non può contare su una clientela fidelizzata e resta fuori dalle rotte turistiche «c'è il rischio di doverci poi rimettere», confida un ristoratore del Nomentano «Il pranzo di Natale ha un costo preciso ma fare la spesa senza avere la certezza di un tutto esaurito equivale a un cattivo investimento».

 

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Il Messaggero