Le carezze partivano dai capelli. Poi scendevano sulle spalle e sempre più giù. Le lezioni di musica erano diventate un incubo. Alcune bambine di una scuola...
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Il caso era scoppiato qualche anno fa. Il collegio dei genitori si era spaccato. I genitori che avevano deciso di denunciare il maestro ne pretendevano l'immediato trasferimento. Altri si erano schierati con il docente. La procura era andata avanti, ma Salvatore S., il maestro incriminato, è stato giudicato in stato di libertà. Nessuna misura cautelare. Le piccole, secondo il pm, sarebbero state molestate nel laboratorio di musica. Per gli inquirenti l'insegnante avrebbe sfruttato le occasioni presentatesi nel corso dell'anno scolastico 2012-2013 per «prendere in braccio le alunne e infastidirle».
Le molestie sono state confermate dalle piccole durante un incidente probatorio. E poi puntellate da una consulenza tecnica sollecitata dal magistrato, con la quale la neurologa Angela Giganti e la psicologa infantile Marilena Mazzolini hanno sostenuto di aver riscontrato nei racconti i tipici indicatori che proverebbero abusi. Le quattro alunne avrebbero subito per mesi in silenzio le attenzioni del maestro, restando pietrificate dalla paura. Le lezioni sarebbero così procedute fino al giorno in cui la prima bambina ha riferito alla mamma cosa succedeva in classe. Tre coppie di genitori si sono costituite parte civile. La mamma della quarta bambina si è limitata a riferire ai giudici solo le confidenze della figlia. Il difensore dell'imputato, Alessandro De Federicis, però, già pensa all'appello. «Nessuna prova, nessun filmato - ha dichiarato - Riteniamo di trovarci di fronte a un effetto contaminazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero