«Me lo hanno ammazzato». Straziata dalle lacrime, Rosa Maria, la moglie del carabiniere ucciso sfoga la sua disperazione fuori dalla camera mortuaria del Santo Spirito...
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Carabiniere ucciso a Roma, lo straziante messaggio dell'Arma: esistenza consacrata agli altri e al dovere
«Sto bene a Roma, ci diceva ma qui era in affitto. La moglie era salita con lui, lavora in una farmacia. Stava finendo casa nel loro paese, a Somma Vesuviana, e voleva tornare per stare vicino alla madre e al fratello Paolo e alla sorella Lucia». Così all'Adnkronos Mario, cugino del vicebrigadiere ucciso, che ha un negozio a Marigliano, in provincia di Napoli.
Amava il suo lavoro, sottolinea il cugino: «Consigliava a tutti di mettere l'uniforme - dice - non solo alla sorella. Ha avuto conferma di essere entrato effettivo nell'Arma dei carabinieri, due giorni dopo la morte del padre avvenuta dieci anni fa per una ischemia cerebrale, e si è sposato il giorno onomastico del padre Antonio. Non è possibile perdere la vita per una sciocchezza, non esiste - continua - un ragazzo di 35 anni ammazzato per un telefono. A casa tutto girava intorno a lui, era combattivo. Stanotte prima lo aveva preso, gli diceva "lasciami", poi quello lo ha accoltellato. Ci raccontava i servizi e gli arresti che faceva. Salvini dove sta? Che dobbiamo fare con questa gente? Un delinquente italiano non lo avrebbe nemmeno toccato. Era tanto felice, ora è finito tutto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero