Mario era un uomo dal cuore d'oro. Sembra che tutti si siano messi d'accordo nel pronunciare questa frase, anche persone che non si conoscono tra loro. Lo ripetono come un...
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Carabiniere ucciso, la cugina: «Ora la devono pagare»
Carabiniere ucciso a coltellate in centro a Roma
Si era sposato da poco più di un mese, il 19 giugno scorso. Gli amici più stretti erano partiti con lui a festeggiare l'addio al celibato. Poi le nozze, le foto sui social mentre lui e la moglie Rosa Maria sorridono e mostrano fieri al fede nuziale al dito. Il viaggio in Madagascar e il ritorno per festeggiare il suo compleanno in Italia. Era tornato dal viaggio di nozze lunedì scorso, non aveva ancora nemmeno disfatto i bagagli. «Eravamo tutti insieme a festeggiare poco più di un mese fa il suo matrimonio - racconta Raffaele - e oggi siamo qui a piangerlo. Amava il suo lavoro, amava l'Arma, e credeva in Dio».
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«Era una persona ironica, sempre sorridente e disponibile», ricordano gli amici. «Mario era un ragazzo d'oro, non si è mai risparmiato nel lavoro. Era un punto di riferimento per l'intero quartiere dove ha sempre aiutato tutti», sottolinea Sandro Ottaviani, il comandante della stazione di Piazza Farnese dove il vice brigadiere prestava servizio. Quando non lavorava, Mario faceva volontariato: era barelliere per l'Ordine di Malta, ma accompagnava anche i malati a Lourdes e a Loreto. Il martedì sera invece era dedicato ai senza fissa dimora che vivono nei pressi della Stazione Termini. È a loro che, dopo aver dismesso i panni da carabiniere, portava da mangiare. Donava i suoi abiti a chi ne aveva bisogno e se vedeva qualcuno in difficoltà lo aiutava, senza dirlo a nessuno. Cinque anni fa, mentre faceva il turno di notte nella sua caserma di Piazza Farnese, arrivò una chiamata. Era una mamma che abitava a pochi passi da lì, vedova.
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La sua bambina aveva 40 di febbre e lei non sapeva come portarla in ospedale.
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Il Messaggero