Argentine è «una diva, non ha bisogno di pubblicità e non la cerca. È famosa di suo». Fa «la turista per Roma, da signora» e si girano...
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IL GREGGE
E il suo girovagare per le vie del Centro, immortato in foto, video e selfie vari, rappresenta forse l'ultima follia di Roma. Un posto dove, tra cinghiali, gabbiani, volpi, serpenti, immondizia che trabocca dai cassonetti (a parte ieri, quando c'è stata la sfida della ramazze tra Pd e M5S) può capitare di tutto. Anche di trovarsi di fronte, come se fossimo in aperta campagna, una capra. Per di più al guinzaglio.
Valentino Frattuaruolo si mette al volante e chissà dove andrà, «se continuano a dirmi che non posso portare in giro una capra, mi metto in viaggio stasera stessa». Ovunque va, Argentine è con lui, da cinque anni. «Anche se non è la mia capra, è una proprietà condivisa con la famiglia. Avevamo venduto alcuni terreni in Molise a un buon prezzo e io dissi all'acquirente: dato che hai fatto un affare, perché non ci regali una capra? Lui mi disse di scegliere tra il gregge. Ne avevo scelto una bellissima, non ce la diede. Prendi questa, mi disse. Era il brutto anatroccolo». Valentino, 66 anni, molisano, geometra ed ex parà, in giacca a righine bianca e celeste, un cappellino di filo colorato. Argentine, ciociara, al collo ha una bandana arancione e un guinzaglio. Passeggiano a piazza del Popolo. «Mamma, guarda!». Il bambino si ferma e prova ad accarezzarla, «si fa così», Valentino gli mostra come avvicinarsi. Ma che, davero? Una capra? Carina, posso fotografarla? Quanti anni ha? Dove dorme? Ma soffre a stare legata? E cosa mangia? E che ci fa, a Roma? Appunto, che ci fa una capra a Roma? Sui sampietrini di piazza Navona, a spasso su via del Corso, libera di notte a Largo Argentina, qui tra le fontana di piazza del Popolo. È ovunque. Le tiene compagnia? «Assolutamente no, lei si fa gli affari suoi. Abbiamo vite separate». La riconosce? «No, qualche volta se dico il suo nome si gira». Allora capisce quello che le dice? «No, non è intelligente. Solo un poco intuitiva». La segue? «Mai, se la lasciassi libera qui in piazza si allontanerebbe». E allora, perché gira con una capra? «Me la porto sempre dietro perché non voglio lasciarla in campagna, nel recinto, ad Exilles, in Val di Susa, dove vivo. Se la mangerebbero i lupi. E non mi fido di affidarla a qualcuno. Ci tengo che stia bene: in questi giorni sono venuto a trovare alcuni amici a Roma, qui ho anche dei parenti che mi ospitano».
LE REAZIONI
Valentino si porta dietro la capra e una scopa, ovunque lei si ferma pulisce, «non voglio che mangi le schifezze che trova a terra e non voglio che sporchi. L'avevo legata a un palo per spazzare e un vigile mi ha detto: non la può legare qui. E io gli ho risposto: me la tenga lei, allora. L'ha fatto. Ho pulito anche vicino alle rotaie del tram. Vigili, poliziotti e carabinieri mi dicono che non posso andare in giro con una capra. Non è un mio diritto? In teoria non si potrebbe, lo so, perché è un animale da stalla e non da compagnia. Ma se lei sta bene e non dà fastidio e nemmeno sporca, che male c'è». Forse, soffre a stare in città. «Gli animalisti mi perseguitano, ma sta benissimo. Qualcun altro mi dice: cerchi pubblicità. Argentine non ne ha bisogno, è già famosa. L'altro giorno l'ho portata anche alla Rai, a prendere la scrittrice e modella Nicoletta Branco, che aveva partecipato a una trasmissione. È una carissima amica». Ora scriverà un libro, «le mie avventure con Argentine. Lei è fonte di ispirazione letteraria. Non può immaginare quante che ne sono capitate a viaggiare insieme».
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Il Messaggero