Brown, dai combattimenti dei cani alle coppe

Brown da un canile pugliese alle coppe nelle competizioni laziali.
E’ la storia di Brown che da un canile pugliese è arrivato a conquistare le coppe nelle competizioni laziali. Capitana coraggiosa, la sua padrona Janira, che dopo...

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E’ la storia di Brown che da un canile pugliese è arrivato a conquistare le coppe nelle competizioni laziali. Capitana coraggiosa, la sua padrona Janira, che dopo aver letto un annuncio su facebook e aver visto gli occhi di quel Pit bull incrociato con un Corso se ne è innamorata e da Settecamini è andata a prenderselo fino a Foggia.

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«E’ stato trovato durante un sequestro, malnutrito e legato ad una catena cortissima in un posto dove addestravano cani da combattimento - dice Janira ancora commossa dopo tanti anni - pesava 12 chili e aveva 11 mesi trascorsi per lo più legato ad un palo». Una storia difficile quella di Brown fatto probabilmente di corse estenuanti, a mordere copertoni, o a digiunare per giorni, per nutrirsi con animali feriti. Un trascorso che l’ha portato a mordere tre volte: «L'ha fatto con mio padre la prima volta in volto procurandogli una ferita che ha richiesto 30 punti - racconta la padrona di Brown - poi alla mano e infine è toccato a mio nonno, da lì ho capito che dovevo educarlo e ho seguito per un anno un percorso di recupero comportamentale qui al centro “Un lavoro da cani” di Paolo Cusintino e Andrea Liburdi.

Qui è rinato, diventando un’altro cane, lo sport adesso è diventato il suo impegno più importante». Un centro di consulenza gratuito all'inizio, quello di Settacamini, nato nove anni per i residenti della zona: «Adesso dopo quasi 10 anni seguiamo un centinaio di cani - dice Andrea - ci siamo specializzati sul recupero comportamentale di cani fobici, aggressivi e ansiosi, sono almeno il 60% dei cani che educhiamo, adesso stiamo seguendo un cane a domicilio che non fa avvicinare neanche i padroni e che ha morso più volte»- Un centro di eccellenza con uno psicologo comportamentale in grado di comprendere il linguaggio di “Fido” e soprattutto curare gli stati d'animo controversi dei nostri amici a quattro zampe.

«Siamo riconosciuti dal Coni, dal Ministero dell’Interno, dal Ministero del Lavoro e dal Ministero delle Politiche sociali e attraverso l’ASI (settore cinofilia Associazioni Sportive Sociali Italiane) sviluppiamo parecchi percorsi - conclude Andrea - come corsi per la ricerca di sostanze stupefacenti, esplosivi e di persone, collaboriamo inoltre con la Polizia penitenziaria e gli Istituti di Vigilanza privata. Da febbraio porteremo avanti un progetto a costo zero nel carcere di Rebibbia per affiancare i detenuti e cani per certificarli come Dog sitter e addestratori affinché quando escano dal carcere possano avere un percorso di riabilitazione valido».

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Il Messaggero