Mi chiedo che senso abbia portarsi il cane quando si va in palestra per lasciarlo chiuso in macchina ad abbaiare. @La_Manu83 ...
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Villa Glori, sabato pomeriggio. Enrico e Gloria notano, mentre passeggiano, una Panda blu: dal finestrino del passeggero vedono spuntare una testolona color crema. E' quella di un labrador, sguardo vispo e da bonaccione. I finestrini sono alzati, non passa un filo d'aria. Lui li fissa, sembra quasi chiedersi perché quei due lo stiano guardando.
La portiera è chiusa. Enrico decide di chiamare il 113, che lo invita ad aspettare una volante. Passano i minuti – tanti, troppi – e Enrico vede in lontananza un'auto della polizia. La ferma. «C'è un cane rinchiuso in auto, fate qualcosa», spiega la moglie. La loro risposta spiazza però la coppia: «Se il cane non è in sofferenza, non c'è alcun reato e non possiamo intervenire».
I due insistono: «Dovete vederlo». L'agente scende dall'auto, osserva il cane e resta convinto – su quale base non è chiaro – che non stia soffrendo. «Per pochi minuti può rimanerci», aggiunge. Il tempo, nel frattempo, passa: «Tra quando lo abbiamo visto a quando la polizia è arrivata, sarà passata almeno un'ora. Il motore era freddo, quindi l'auto era ferma da lì da un po’».
Nel frattempo arriva il padrone dell'auto, quasi infastidito dal capannello di persone che si è formato intorno alla sua auto. La spiegazione di quel gesto appare quanto mai singolare: «Ho due cani, uno dei due non corre e così li porto fuori uno alla volta, lasciandoli a turno in auto». In tutto ciò, stupisce che gli agenti abbiano saputo interpretare così bene le condizioni fisiche del cane, tanto da arrivare a dire che quell'animale non stava soffrendo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero