Campidoglio, via al piano anti-corruzione: rotazione e controlli potenziati

Campidoglio, via al piano anti-corruzione: rotazione e controlli potenziati
Dopo lo scandalo di Mafia Capitale, il Campidoglio prende le contromisure. Stamattina la giunta Marino ha approvato il piano anti-corruzione, che prevede la rotazione di...

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Dopo lo scandalo di Mafia Capitale, il Campidoglio prende le contromisure. Stamattina la giunta Marino ha approvato il piano anti-corruzione, che prevede la rotazione di dirigenti, funzionari e dipendenti capitolini «più rapida ed efficace» ma anche il rafforzamento dell'ufficio Trasparenza, che avrà più personale e svolgerà una maggiore attività di controllo sull'operato dell'amministrazione.




A presentare la delibera è stato l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella, l'ex pm antimafia che Marino ha voluto in giunta dopo gli arresti del clan Carminati e l'iscrizione nel registro degli indagati di un assessore e tre membri del Consiglio comunale.



Rotazione «hard». Proprio Sabella ha parlato di un meccanismo di rotazione da rendere «più duro». «I dirigenti e i funzionari devono ruotare, non vogliamo che questo avvenga in modo soft ma in modo "hard". Il mio obiettivo è di integrare questo piano con la direttiva sugli appalti e con il nuovo regolamento comunale sui contratti».



Piano da aggiornare. Il piano approvato oggi infatti non sarà quello definitivo, spiegano dal Campidoglio, e nei prossimi mesi sarà rimodulato e aggiornato. «Abbiamo approvato il provvedimento perchè c'era una scadenza di legge - spiega Sabella - Nella delibera abbiamo previsto la rimodulazione entro tre mesi da oggi. Ed è un lavoro che faremo anche ascoltando sindacati e associazioni».



L'unità. L'obiettivo, spiega ancora Sabella, è anche quello di un maggiore controllo attraverso il potenziamento dell'ufficio anti-corruzione che finora ha soltanto quattro dipendenti.



Whistleblowing. I dipendenti e funzionari capitolini hanno anche la possibilità di denunciare colleghi per eventuali irregolarità, attraverso la procedura del "whistleblowing", che li mette al riparo da eventuali ritorsioni. «Questo è già previsto dalla legge - ha spiegato Sabella - I dipendenti sono funzionari pubblici e quindi per loro quest'obbligo c'è già». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero