Appena concluso il piano di rientro triennale - con i 440 milioni di risparmi totalizzati dall'amministrazione di Ignazio Marino e dal commissario straordinario Francesco...
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I SETTORI
A pagare le conseguenze della nuova riduzione del budget complessivo del Campidoglio, che a fine del 2015 si era attestato complessivamente sui 7,1 miliardi di euro, saranno innanzitutto i dipartimenti. Il nuovo assessore al bilancio Andrea Mazzillo dovrà lanciare un'azione di spending review, che riduca all'osso tutte le spese ancora comprimibili. Ma i tagli veri e propri saranno inevitabili, e verranno verosimilmente eseguiti secondo una scala di priorità: alcuni settori, dalle politiche sociali ai trasporti, saranno quasi completamente preservati. Mentre sacrifici potrebbero essere chiesti soprattutto a scuola e cultura, con riduzioni di budget comprese tra il 5 e il 10 per cento rispetto all'anno passato. Mano soldi dovrebbero arrivare anche ai Municipi, in particolare quelli più centrali. Nelle delibere collegate al bilancio si capirà quali potrebbero essere le ripercussioni pratiche per i romani e, in particolare, se ci sarà un ulteriore incremento delle tariffe degli asili nido. A rischio anche i fondi per la manutenzione stradale, già colpita duramente dalla mancata approvazione dell'assestamento. A portare nuovi risparmi saranno poi due dipartimenti già toccati dalle ultime manovre: patrimonio e personale.
Indipendentemente dagli esiti della trattativa sul salario accessorio, il Campidoglio punta a ottenere importanti risparmi - tra i 20 e i 30 milioni di euro - sul fronte del costo del lavoro. Buona parte di questo obiettivo sarà ottenuto dalla diminuzione dei dipendenti, dovuta al parziale blocco del turnover. Ulteriori riduzioni della spesa saranno ricavate dalla riforma degli extra salariali, ma anche da un taglio dei dirigenti, con il piano di rientro che prevede una riduzione di costi del 10 per cento per questa voce.
I PUNTI CRITICI
A rendere particolarmente gravoso il compito di Mazzillo ci sono i debiti fuori bilancio, ancora presenti nei libri contabili capitolini: si tratta di oltre 234 milioni, considerando solo quelli già riconosciuti e contenuti nell'ultima relazione dei revisori dei conti dell'Oref. Ma vanno considerati, in questo quadro a tinte fosche, anche i soldi da stornare per pagare i mutui accumulati dalla gestione ordinaria del Comune dal 2008 a oggi: nel 2017 l'amministrazione dovrà versare alle banche una rata da 85,1 milioni. E si andrà avanti così fino al 2036, salvo complicazioni.
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Il Messaggero