Il ragionamento che fanno in Campidoglio è chiaro: abbiamo fatto i compiti, e bene, ora è il momento di riscuotere da Palazzo Chigi. Con il voto di venerdì notte,...
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I CALCOLI
Quanto dovrebbe arrivare alla Città eterna? Lo dice il coordinatore della maggioranza, e capogruppo del Pd, Fabrizio Panecaldo, uno degli artefici della manovra approvata in tempi record: «Servono altri 200 milioni di euro, quindi in totale 300. A Roma scontiamo un gap culturale, perché il governo centrale non ha mai riconosciuto tutte le spese extra che dobbiamo affrontare per il fatto di essere capitale, tra manifestazioni, cortei, ambasciate e visite ufficiali». Rispetto alle altre metropoli europee, secondo Panecaldo, «c'è un divario troppo ampio». Lo dice con una metafora: «Sotto la Senna passano miliardi, sotto il Tevere pochi spiccioli». Un discorso che vale anche in ottica Giubileo, per il quale Marino non è intenzionato a «chiedere un euro» ai romani.
Con la nuova manovra approvata, ragionano dallo staff del sindaco, si può riaprire il tavolo con Palazzo Chigi. Anche perché dal governo ieri non sono mancati apprezzamenti sul Bilancio: «Buone notizie dalla Capitale», ha twittato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. «Roma con il piano sulle partecipazioni è il primo comune italiano che si incammina sulla strada innovativa del ridimensionamento della partecipazione pubblica solo per le funzioni istituzionali», ha detto Angelo Rughetti, sottosegretario alla Pubblica amministrazione, parlando della liquidazione di 6 società partecipate non strategiche per il Comune (Aeroporti di Roma Spa, Acea Ato2, Car Scpa, Cif Spa, Eur Spa, Bcc e Centrale del Latte Spa).
I TAGLI
La manovra da 5,25 miliardi di euro e 16,2 miliardi impegnati da qui al 2017, ha spiegato l'assessore Scozzese, include 150 milioni di tagli e 119 milioni di investimenti. La spending review ha messo nel mirino, oltre ai Dipartimenti, anche i fitti passivi (-32 milioni), utenze telefoniche (-4,3 milioni) e bollette elettriche (-4,6 milioni).
Tra le novità più importanti la riduzione della tassa dei rifiuti dell'1,5%, la prima negli ultimi 20 anni, e l'aumento della “coperta” di esenzione dall'addizionale Irpef: 613mila romani non la pagheranno.
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Il Messaggero