Roma, sorelle morte nel camper e rogo a La Barbuta, si segue la stessa pista

Roma, sorelle morte nel camper e rogo a La Barbuta, si segue la stessa pista
La tempistica è singolare. A distanza di tre giorni dal rogo della roulotte della famiglia Halilovic, parcheggiata davanti al centro commerciale Primavera a Centocelle, in...

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La tempistica è singolare. A distanza di tre giorni dal rogo della roulotte della famiglia Halilovic, parcheggiata davanti al centro commerciale Primavera a Centocelle, in cui sono rimaste intrappolate tre sorelle rom, venerdì notte le fiamme hanno distrutto una baracca nell'insediamento nomadi della Barbuta, sull'Appia, vicino a Ciampino. Nello stesso campo risiedono alcuni parenti di Romano Halilovic, il padre delle tre vittime, Francesca, Angelica e Elisabeth di 4, 8 e 20 anni. Il pm Antonino Di Maio, che per la strage di Centocelle indaga per omicidio volontario plurimo, ha acquisito l'informativa che i carabinieri hanno inviato in procura sul rogo della Barbuta. Anche in questo caso gli inquirenti non hanno dubbi: è un atto doloso.


IL LEGAME

C'è un filo rosso che potrebbe unire le due inchieste. Perché Romano, recentemente fuggito con la famiglia dal campo di via Salviati, mesi fa aveva abitato anche nell'insediamento sull'Appia. Il sospetto di chi indaga è che gli eventi possano avere un denominatore comune: faide tra clan e vendette maturate nell'ambiente rom. Venerdì notte, a bruciare è stato l'alloggio di un bosniaco. Nello stesso insediamento, la Squadra mobile ha perquisito alcuni moduli abitativi per rintracciare il killer di Centocelle, già noto alle forze dell'ordine, visto che è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza del centro commerciale mentre lanciava una molotov contro al camper. Il sospetto è che non abbia agito da solo: alcuni testimoni hanno dichiarato di avere sentito più voci provenire dal parcheggio, poco prima del rogo. Per gli investigatori, l'omicidio potrebbe essere avvenuto per vendetta. La procura scava nel passato di Romano. L'uomo, che a detta di chi lo conosce aveva parecchi nemici, ha dichiarato di avere subito minacce. Un componente della famiglia, lo scorso gennaio, era finito in manette per una rapina nel campo alla Barbuta: aveva rubato un anello a un residente. Dietro quell'episodio, però, si nasconderebbe un giro di estorsioni per l'assegnazione dei container.
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Il Messaggero