La Corte di Cassazione conferma e la sindaca Virginia Raggi rilancia: «Via i camionbar dai Monumenti». Quel che fu un successo della precedente giunta capitolina e in...
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Ma il Tavolo del decoropur tra “stop-and-go”hacontinuatoa lavorarestudiando lepostazioni e valutandoquelle incompatibili. L’amministrazione cinque stelle ora prosegue su quella strada. «Noi siamo già a lavoro – spiegaCafarotti – ho chiesto alla Regione e alla Soprintendenza la riunione e l’abbiamo convocata, ancor prima che arrivasse la sentenza della Cassazione, per l’8 aprile». Insomma, quel che di buono è stato fatto in passato si porta avanti. Il problema però riguarda i tempi perché di camionbar si parla ormai da anni e la Raggi è diventata sindaca nel 2016 ovvero quasi tre anni fa mentre i primi reali spostamenti targati cinquestelle verosimilmente non arriverannoprimadel2020.
GLI SPOSTAMENTI
Entrando nel dettaglio ci sono numerose zone (5 ambiti a usare il gergo tecnico) che vanno alleggerite: da San Pietro a San Giovanni, passando per Villa Borghese, Termini, Esquilino. L’assessore Cafarotti dovrà far passare in Giunta una delibera che recepisce le prescrizionidelTavolo delDecoro edà mandato al dipartimento Attività produttive e ai Municipi interessati (ovvero il I e il II principalmente) di trovare delle zone alternative dove trasferire i camion bar. Il I Municipio ha già fatto sapere di avere un territorio “saturo” e di non poter ricollocare al suo interno la maggior parte delle 47 postazioni residue.
Già diverse sentenze pregresse avevano annullato il principiodi “equivalenza” ovvero il meccanismo per il quale a un camion bar si deve garantire, nel trasferimento, lo stesso potenziale fatturato del posto che va a liberare. «È evidente che in primis – conclude Cafarotti – dobbiamo discutere con iMunicipi i ricollocamenti nello stesso territorio, se poi non è possibile spostarli ad esempio nel I Municipio, nulla vieta che vadano altrove». Bene ma i tempi? Su questo l’assessore non si sbilancia. Ci pensa qualche tecnico del dipartimento: traprogetti da redigere, che andranno discussi con gli ambulanti, approvati e messi in pratica, «a essere ottimisti ci vorrà nonmenodiunanno». CamillaMozzetti Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero