Estate a Roma, da Prati a Centocelle: ecco dove fa più caldo. La mappa delle "isole di calore"

Nello studio di Meteo Lazio sono indicate le zone con temperature record

Estate a Roma, da Prati a Centocelle: ecco dove fa più caldo. La mappa delle "isole di calore"
Ormai indietro non si torna. Da un giorno all'altro Roma ha avuto un calo della temperatura di 5 °C. L'instabilità del meteo di questi giorni apre di fatto alla...

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Ormai indietro non si torna. Da un giorno all'altro Roma ha avuto un calo della temperatura di 5 °C. L'instabilità del meteo di questi giorni apre di fatto alla «fine della stagione estiva». Gabriele Serafini, fondatore di Meteo Lazio e componente di Ampro, l'associazione meteo professionisti, vede un futuro più fresco per la città. La mappa di Roma, però, conferma la presenza di zone più calde, dove si vive peggio la calura estiva, e zone più fresche, dove invece si sopporta il caldo con qualche grado in meno.

 

Maltempo, siamo alla "rottura dell'estate". Il meteorologo: «Conseguenza delle temperature altissime»

 


«Sì, la città ha quadranti più freschi, dove registriamo sempre temperature più basse - spiega - Sono quelle dei quadranti Nordovest, come la Riserva dell'Insugherata, Casal del Marmo, Monte Mario, ma anche la Valle dell'Aniene, la zona tra il Parco degli Acquedotti e l'Appia Antica, la Riserva dei Massimi. Poi ci sono i fronti più caldi: sono Prati, Colosseo, Termini, Castro Pretorio e la zona dell'Università Sapienza e quella tra Tuscolana e Pigneto che arriva fino a Centocelle. In questa mappa delle aree più calde c'è anche la parte iniziale della zona Marconi, a ridosso della fermata Trastevere».

 


Nello studio di queste isole di calore «si registrano nelle notti invernali, tra aree periferiche caratterizzate dai parchi e il centro - prosegue Serafini - anchedifferenze tra i 5 e i 7 gradi nella temperatura minima». Una riduzione del clima dei quartieri sulla quale incidono moltissimo anche le alberature che si trovano non solo lungo le piazze ma anche nei viali.


IL MALTEMPO
Giovedì ci si aspettava un nubifragio a Roma. Così, invece, non è stato. Una spiegazione scientifica c'è. «Si è trattato di un salto del fronte della perturbazione che si è formata a largo del Tirreno. Davanti alla costa a ridosso di Roma c'è stata una sorta di buco e le precipitazioni hanno continuato dalla zona di Ardea a scendere. I motivi sono diversi: sia di natura orografica, sia per mancanza di organizzazione dei fenomeni sul mare. È una casistica che abbiamo riscontrato già altre volte a ridosso della fine dell'estate. Di fatto questi sono eventi che ne decretano il termine della stagione».

 


Giovedì Roma, mentre una parte della Provincia era in preda a un nubifragio, aveva in centro aria piuttosto calda e tantissima afa. Qualche nuvolone, giusto due gocce d'acqua cadute qui e lì, ma nulla di più. «Prima delle precipitazioni avevamo notato fino all'80% di umidità». Ieri, invece, il fronte freddo ha cominciato a passare sulla Capitale. Anche i turisti hanno gradito nelle vie e nelle piazze storiche una riduzione della morsa della canicola. «Abbiamo avuto un calo delle temperature, siamo passati dai 35/37 °C a massime di 28/29, con il classico fronte che ha anticipato la rottura della stagione estiva - prosegue il fondatore di Meteo Lazio - Da qui in avanti, in sostanza, è difficile che ritorni il caldo di fine luglio con quelle temperature che abbiamo visto arrivano fino a 40 °C. Diciamo che siamo un po' al punto di non ritorno». Quindi, ci si prepara a un clima sicuramente più fresco che apre le porte all'autunno.


CAMBIA IL PONENTINO


In Roma nun fa la stupida stasera, celebre canzone di Armando Trovajoli, Pietro Garinei e Sandro Giovannini per Rugantino, proprio la Capitale si sarebbe dovuta prestare a una serata speciale. E il protagonista della commedia musicale (Rugantino, appunto) diceva Presteme er ponentino, più malandrino che c'hai. Ebbene che il ponentino arrivi in centro, oggi, è cosa molto più rara e Rugantino non avrebbe più di frequente quest'opportunità. La città in espansione verso il mare, infatti, frena il famoso vento di ponente nel suo ingresso in centro. Quindi, con sempre meno frequenza si sente il suo passaggio nelle zone centrali come piazza Navona, piazza di Spagna o il Colosseo. «Non è vero che non esiste più, c'è ancora, ma arriva con più difficoltà nelle zone centrali della città: ci sono ostacoli che frenano il suo passaggio», dice Franca Mangianti, presidente dell'associazione Bernacca che per 40 anni responsabile dell'Osservatorio meteorologico del Collegio Romano. Più favorite dal ponentino sono oggi le zone esposte più a Ovest, come «parte dei quartieri Magliana, Aurelio e le zone più vicine a Ostia e Fiumicino», prosegue Mangianti. «In generale ci sono trend climatici che durano circa trent'anni - dice l'esperta - Tra i Sessanta e i Novanta c'è stato un periodo fresco, poi è iniziato quello più caldo. Ovviamente la fase non si conclude al trentesimo anno, ma questo periodo di temperature alte continuiamo ad averlo».
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Il Messaggero