Mondo di mezzo, Buzzi dopo 5 anni di carcere ai domiciliari: accolta l'istanza della difesa

Esce dal carcere e va ai domiciliari uno dei principali protagonisti dell'inchiesta Mondo di mezzo: Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative romane, dopo cinque anni lascia...

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Esce dal carcere e va ai domiciliari uno dei principali protagonisti dell'inchiesta Mondo di mezzo: Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative romane, dopo cinque anni lascia la cella. Lo ha deciso la Corte di appello di Roma accogliendo una istanza presentata dai difensori di Buzzi, gli avvocati Pier Gerardo Santoro e Alessandro Diddi. La richiesta della revoca o della sostituzione della misura della detenzione in carcere da parte dei legali di Buzzi, condannato a 18 anni e 4 mesi, è arrivata dopo che la Cassazione il 22 ottobre scorso aveva fatto cadere l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso decidendo in sostanza che il sodalizio che imperversava nella capitale, forte anche di una contiguità con la politica, non era mafia. 


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«Una prima istanza era stata rigettata un mese fa ma un calcolo preciso dei termini di custodia cautelare ci ha fatto pronosticare che fra poco più di un mese e mezzo la misura si sarebbe estinta - spiegano Santoro e Diddi - e a questo punto abbiamo osato riproporre gli arresti domiciliari alla Corte di appello di Roma che ce li ha accolti». Una decisione, quella della Suprema Corte, che ha portato anche alla revoca del carcere duro per l'ex Nar Massimo Carminati, figura centrale del Mondo di mezzo, condannato a 14 anni e sei mesi. Concedendo i domiciliari a Buzzi la Corte d'Appello ha ritenuto che «il lungo periodo di custodia in carcere consente di potere ragionevolmente ritenere in qualche misura attenuate le originarie esigenze cautelari». 
 
Per i magistrati capitolini, «l'intervenuto ridimensionamento di taluni profili di particolare gravità delle originarie contestazioni, fermo restando comunque l'intrinseco disvalore notevolmente elevato dei fatti» fa «ritenere adeguata la meno gravosa misura degli arresti domiciliari». Appena pochi mesi fa, la Corte aveva rigettato analoga istanza sostenendo che Buzzi poteva, una volta fuori, reiterare il reato con la nuova classe politica, ovvero continuare l'attività di corruzione. Ora però il giudizio è cambiato e il ras delle coop lascerà nelle prossime ore il carcere di Tolmezzo. Sempre per effetto della decisione della Cassazione in nove sono entrati in carcere in applicazione della legge 'Spazzacorrottì, che ha introdotto «misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici».


Tra loro l'ex presidente dell'Assemblea Capitolina Mirko Coratti che deve scontare una pena residua di 3 anni, 7 mesi e 6 giorni di reclusione e l'ex presidente del X Municipio Andrea Tassone per una pena residua di 3 anni, 11 mesi e 16 giorni. Nell'istanza il collegio difensivo di Buzzi aveva fatto leva proprio sulla decisione della Cassazione sostenendo che «il trattamento sanzionatorio» nei confronti di Buzzi «non potrà non subire un sensibile ridimensionamento rispetto a quanto determinato dal tribunale e dalla Corte di Appello». Così è stato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero