Buttafuori investiti davanti al Qube, indagato un giovane per tentato omicidio

Ha ingranato la marcia per uccidere. C'è un indagato e per tentato omicidio per la mancata strage del Qube di sabato notte, che solo per fortuna si è chiusa con...

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Ha ingranato la marcia per uccidere. C'è un indagato e per tentato omicidio per la mancata strage del Qube di sabato notte, che solo per fortuna si è chiusa con tre feriti. Le attenzioni si sono concentrate su un giovane di Tiburtino Terzo, ora irrintracciabile, come l'amico, forse un familiare, che era con lui. Due testecalde, per gli investigatori, noti in particolare nel giro di Tor Bella Monaca.


Le indagini, però, sono aperte. L'intestataria della Mercedes Classe B, che come un siluro ha centrato per tre volte i buttafuori e i ragazzi in attesa, anche contromano, è rimasta fuori dall'indagine. Sarebbe la mamma di uno dei due ragazzi a bordo dell'auto, e vive a Tor Bella Monaca. Chi, però, la guidasse, e perché con ostinazione abbia cercato di centrare e uccidere, non è chiaro. Una reazione spropositata - è l'ipotesi degli investigatori - al fatto che i vigilantes avessero sbarrato loro l'ingresso alla discoteca perché ubriachi, ma forse anche sotto effetto di droga.

Al commissariato Sant'Ippolito gli agenti stanno ricostruendo il quadro. Intanto il pm Tiziana Cugini, titolare dell'inchiesta, ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati il giovane imparentato con la proprietaria della Mercedes e che molto probabilmente si era messo alla guida dell'auto. Il reato contestato, il più pesante: tentato omicidio, non lesioni. Il ragazzo che accompagnava il mancato assassino, e che lo avrebbe spalleggiato o comunque non fermato, potrebbe rispondere di favoreggiamento. L'auto, incidentata, è stata trovata sempre in via Mamuccari, a qualche chilometro dal Qube, qualche ora dopo il terribile investimento stradale. Ed ora ci sono i rilievi in corso per isolare le impronte digitali. Presentava danni e tracce di sangue.
 

DIMESSI
I patron del locale di Portonaccio, intanto, sulla pagina Facebook, hanno espresso gratitutine per l'affetto mostrato innanzitutto dai clienti: «Ringraziamo tutti coloro che ci stanno contattando per manifestare solidarietà e per sincerarsi delle condizioni di salute degli operatori di sicurezza», hanno scritto, «Marcos e Jimmy stanno bene e sono stati dimessi». Un terzo ferito, un cliente in attesa, è stato trattenuto più a lungo al Gemelli con una prognosi di guarigione di una ventina di giorni per una frattura scomposta. Il mancato assassino e il complice potrebbero avere le ore contate. Messi alle strette potrebbero decidere di costituirsi, dopodiché il magistrato trarrà le conclusioni sull'eventuale misura.

IL PRECEDENTE

Una scena analoga era stata registrata nel 2015 all'Exe, all'Eur. Due ragazzi messi alla porta della discoteca dell'Eur erano risaliti su una Smart e poi tornati nei paraggi avevano centrato prima la vetrata del locale e quindi il patron del locale, che solo grazie alla sua prontezza non è stato travolto. La vittima aveva segnalato agli investigatori il numero di targa della macchina. Dopo due anni per quei fatti sono finiti a processo due amici romani con l'accusa di danneggiamento e violenza privata. Assistiti dall'avvocato Eugenio Pini sono stati appena assolti. L'identificazione non è risultata certa.
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Il Messaggero