Vigili a guardia delle buche per interi turni. Il Comune non riesce a ripararle e così per evitare incidenti utilizza le auto della municipale come transenne. La settimana...
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LA DENUNCIA
«Sono mesi che denunciamo questi problemi - spiegano dal Sulpl - Sabato sera in via Aurelia 773, mentre l'unica pattuglia del XIII Gruppo Aurelio era impegnata a piantonare una buca in via della Maglianella che aveva causato già 3 incidenti, è arrivata un'altra segnalazione di un nuovo incidente avvenuto sempre per una buca. La domanda che è circolata in quegli attimi nelle nostre sale operative è stata: e mo chi ci va?. Tra piantonamenti in giro per Roma di buche e campi nomadi nessuna pattuglia era disponibile. Le belle statuine erano finite. E' toccato così al personale della polizia (polstrada) mettersi a guardia del cratere». Di interventi risolutivi neanche a parlarne. Per via di Salone ci sono voluti mesi prima di coprire alla bell'e meglio i dissesti del manto stradale con il cosiddetto asfalto a freddo. Per chi non conoscesse le funzionalità, è bene precisare, che l'asfalto a freddo è un composto costituito da sostanze bituminose e speciali che lo rendono altamente plastico, caratteristica in grado di far sì che il materiale sia adatto anche ai meno esperti. Quindi l'ennesima soluzione tampone.
L'INTERVENTO
Per gli altri casi invece non resta altro che piantonare per ore, in alcuni casi giorni, le buche. E allora come fare? «L'unica soluzione così come è accaduto per viale della Moschea è chiudere le strade per costringere il Comune a fare le riparazioni», dice Gabriele Di Bella, funzionario dei vigili urbani del II Gruppo e storico sindacalista Fiadel. «Ormai con il nostro lavoro siamo passati dalla paletta alla pala - aggiunge Di Bella - a questo punto corre l'obbligo che il Ministero dei Lavori Pubblici avvii una indagine a 360 gradi e ovviamente anche una amministrativa che ripercorra le tappe di questa vera e propria catastrofe che affligge Roma». Intanto l'asfalto si sgretola, la manutenzione ordinaria è inesistente (ferma tra appalti bloccati e indagini varie), gli incidenti aumentano.
LA PROPOSTA
E intanto ieri su via Appia, incrocio Arco di Travertino, è stato testato per la seconda volta (era già accaduto il 22 aprile), un macchinario che permette di riempire a caldo buche e crepe con una procedura e con materiali studiati per prevenire i deterioramenti causati dalle infiltrazioni. Un lavoro suddiviso in quattro fasi: pulizia, emulsione, riempimento e finitura. Ma non ci sono i fondi per finanziare l'operazione.
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Il Messaggero