«Per caso ci sono ancora sacchi di asfalto freddo? C'è un mio amico che vorrebbe riparare qualche buca gratis...», domanda Margherita Gatta nella chat dei...
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FACCIA A FACCIA
Quando la sindaca l'ha incontrata, ieri, ha suggerito all'assessora di «stressare di più gli uffici, perché serve una svolta vera». Al dipartimento Lavori pubblici qualche cambiamento dovrebbe esserci subito. Marco Domizi, il dirigente a capo dell'Unità operativa della Manutenzione stradale, dovrebbe essere spostato ad altra mansione, al suo posto arriverebbe dall'Urbanistica, Fabio Pacciani. Il direttore del dipartimento, Roberto Botta, già da tempo è in uscita appena verrà firmata la nuova macrostruttura dei dirigenti, ma nel suo caso è in programma una promozione, perché è in odore di nomina a vice-direttore generale del Campidoglio.
MALTEMPO
Insomma, Raggi ha chiesto un cambio di rotta immediato. E lo stesso chiede la maggioranza pentastellata, in sofferenza a pensare che proprio un anno fa veniva lanciata l'operazione Strade nuove. Gatta avrebbe dovuto curarne da vicino la messa in pratica, invece gli affidamenti delle gare procedono a rilento, mentre le buche, anche a causa del maltempo, si moltiplicano sull'asfalto. Tanto che continuano le ironie, sui social. E non solo. «Sulla questione buche ho fatto lo sbarco dell'uomo a Roma. Invece dell'allunaggio ho fatto l'arromaggio», la battuta di Fiorello.
All'assessora, diversi grillini imputano la responsabilità dello stallo. Gatta, storica militante del M5S, era arrivata in Campidoglio ad agosto, vedendosi assegnare la delega dei Lavori pubblici fino a quel momento in mano al titolare dell'Urbanistica, Luca Montuori. Appena messo piede in Campidoglio, arrivò il primo scivolone mediatico sul Cv, perché il Comune la qualificava come «dirigente apicale» di Inarcassa, salvo poi rettificare due ore dopo: «Ha operato nell'ufficio Contratti della Direzione amministrazione e controllo». Tra un comunicato e l'altro, era arrivata la precisazione della cassa degli ingegneri: «La neo assessora non ha mai ricoperto incarichi dirigenziali all'interno dell'ente, è un'impiegata». Da quel momento in poi, l'assessora è finita in un cono d'ombra, forse voluto; pochissime conferenze stampa, pochissime interviste, salvo una, su queste colonne, in cui affermava di voler applicare «la naturopatia», di cui è seguace, ai lavori pubblici. Gli effetti non si sono visti, o forse sì.
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Il Messaggero