Appalti pilotati a suon di mazzette, interventi realizzati con materiali scadenti. Risultato: le strade di Roma ridotte a una trappola per automobilisti, con buche grandi come...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MATERIALI SCADENTI
Gli interventi in questione, infatti, riguardano la manutenzione del manto stradale, nelle vie del Centro e nelle aree della grande viabilità. I lavori sono stati realizzati da un ristrettissimo numero di imprese che, dopo aver vinto le gare allungando tangenti, hanno risparmiato sui materiali utilizzati, usando prodotti scadenti e mandando in fumo investimenti ingenti. Per i funzionari corrotti di Roma Capitale, finiti in manette nel dicembre 2015, le prime sentenze sono arrivate nel giugno dello scorso anno. Paolo Fornaciari e Doriano Carbonari, in servizio al XII e al X municipio, sono stati condannati in abbreviato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Francesco Pantaleo, del dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana (Simu), invece, ha patteggiato a 1 anno e 9 mesi. Per i pm Stefano Pesci e Alberto Pioletti, invece di supervisionare i lavori di manutenzione stradale, avrebbero favorito l'imprenditore Luigi Martella e il suo braccio destro Alessio Ferrari in cambio di mazzette. Venerdì scorso, di fronte al giudice è stata la volta di Stefano De Angelis, un altro funzionario del Simu. Per l'accusa, avrebbe intascato più di 100mila euro in tangenti. E' stato condannato a 5 anni. Le gare sospette finite nel mirino degli inquirenti e, ora, anche dei magistrati contabili, sono 33, per un valore che supera i 16 milioni di euro. Il sistema corrotto avrebbe funzionato indisturbato per anni, consentendo a un gruppo di imprese ristretto di vincere a rotazione gli appalti per la manutenzione stradale con ribassi fuori mercato.
LE CIFRE
I carabinieri del Noe hanno stimato un giro complessivo di tangenti che sfiora i 670mila euro. Il meccanismo illecito lo ha raccontato agli inquirenti uno degli imprenditori indagati in sede d'interrogatorio: «Al Simu via Petroselli è un vero sistema. Il progetto dell'appalto viene scritto con dei margini piuttosto larghi. Cosicché possono dire: puoi guadagnarci tu e posso guadagnarci io. Se non accetti ti rimandano indietro i lavori. Poi, si risparmia sia sullo spessore dell'asfalto impiegato che sulle modalità di messa in posa dei sampietrini».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero