Fiumicino, caccia ai lupi: branco sbrana un vitellino, a fine novembre uccise sei manze

Fiumicino, caccia ai lupi: branco sbrana un vitellino, a fine novembre uccise sei manze
Il branco è tornato. Ieri mattina i lupi hanno attaccato un vitello di un allevatore di Tragliata, nel Comune di Fiumicino. ...

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Il branco è tornato. Ieri mattina i lupi hanno attaccato un vitello di un allevatore di Tragliata, nel Comune di Fiumicino.


L'assalto è avvenuto a poca distanza dalla zona in cui a fine novembre erano state sbranate sei manze ad un'altra azienda zootecnica. E' la prova che i lupi non se ne sono andati dalla valle ma sono rimasti nascosti in quella parte della campagna romana dove è massima la concentrazione di pecore e bovini.



Eppure nel periodo delle feste natalizie il branco sembrava essersi dissolto, dopo aver sferrato ripetuti attacchi in pochi giorni, alla fine di novembre. Il vitellino sbranato aveva solo 15 giorni, era stato da poco «immatricolato» dalla Asl, con la sua morte torna la paura tra i tanti allevatori della zona. Che ieri l'altro, nel tentativo di individuare misure efficaci di intervento, hanno incontrato il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, insieme ad esponenti del Comune di Fiumicino, dell'Assessorato all'Ambiente della Regione Lazio, del Corpo Forestale dello Stato e della Asl RMD.



«E' la seconda volta che per questo problema incontriamo il Prefetto - dichiara Claudio Destro, vice presidente di Confagricoltura - i danni causati da fauna selvatica iniziano ad essere rilevanti e vanno a pregiudicare l'esercizio delle attività agricole e degli allevamenti che dovrebbero essere tutelate. Non spetta a noi trovare la soluzione per la mitigazione del fenomeno, come pure stabilire i risarcimenti dei danni. Ma ci rendiamo disponibili a collaborare con le amministrazioni per individuare soluzioni condivise». Intanto sono arrivati gli esami genetici del lupo investito in quella zona da un'auto il 16 novembre scorso, mentre per altri due precedenti ritrovamenti si trattava di «lupo appenninico», quest'ultimo esemplare è risultato un ibrido, un incrocio tra un lupo e un cane. «Non è un buon segnale - spiega Giuliano Rinaldi, veterinario della Asl - vuol dire che il branco, incrociandosi con i cani selvatici, aumenta la sua consistenza. Era un ibrido di seconda generazione, il risultato di un secondo accoppiamento e se i suoi canini sono diversi, le mandibole si serrano esattamente come quelle del lupo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero