Hanno scavalcato le cancellate che proteggono il Bioparco e si sono cimentati in una "gara" di selfie tra zebre e leoni, pubblicando poi video e foto sui social network....
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Il blitz proibito è avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, molte ore dopo la chiusura del Bioparco, che avviene alle 18. Gli otto ragazzi – tra di loro c'è anche un minore – decidono di scavalcare le cancellate che proteggono i 17 ettari di parco, intorno alle 2.30 di notte. Non sanno che a riprenderli ci sono le telecamere di sicurezza. Il loro obiettivo è chiaro ed è stato pianificato con cura: fare un tour illegale tra gli oltre mille animali ospitati nella struttura. Prima si fermano in uno dei due recinti che ospitano le sei zebre: selfie di rito, sorrisi e inviti sussurrati a «non fare rumore». Poi tocca ai due elefanti femmina asiatici: foto con flash, e poco importa se questi spaventino gli animali, soprattutto al buio. Obbligatorio il passaggio dalla leonessa, intenta a dormire: scatto e fuga verso l’uscita. Sono le 3.11, come documenta l'ultima “storia” relativa al blitz, pubblicata su Instagram e cancellata poche ore dopo. Ma la "missione" non è ancora finita: i ragazzi si appropriano di una bandiera della Fondazione Bioparco, come un vessillo da esibire con il vasto pubblico dei social. Segue, infatti, foto di gruppo con sorrisi sbruffoni, la bravata notturna adesso può dirsi conclusa ed è pronta a raccogliere decine di like tra amici, conoscenti e curiosi: nella didascalia il gruppo si firma "brigata molesta".
La direzione del Bioparco, ovviamente, si è subito attivata per arrivare ad individuare i responsabili di questo gesto e ha chiesto alla società di vigilanza di visionare le immagini delle telecamere che proteggono la quiete e la sicurezza degli animali. «Si tratta di un gesto molto grave – spiegano dalla Fondazione – Gli animali vanno rispettati e scattare foto con il flash, nelle ore notturne, può spaventarli. Prenderemo i dovuti provvedimenti nei confronti di questi ragazzi che hanno condiviso gli scatti sui social».
marco.pasqua@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero