Bioparco a rischio chiusura, l'allarme: «Il Comune paghi gli arretrati»

Bioparco a rischio chiusura, l'allarme: «Il Comune paghi gli arretrati»
Il Bioparco è rimasto a secco perché il Campidoglio non ha pagato la sua parte e non può, quindi, approvare il bilancio in un momento molto delicato in cui...

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Il Bioparco è rimasto a secco perché il Campidoglio non ha pagato la sua parte e non può, quindi, approvare il bilancio in un momento molto delicato in cui sarebbe necessario assumere veterinari, già sotto organico, e risorse fresche in cassa che ristorerebbe, almeno in parte, i danni dei mancati ingressi dovuti al maltempo che ha rovinato le gite fuori porta di Pasqua e Primo Maggio. A lanciare l'allarme di una delle attrazioni più visitate è il Presidente della fondazione Francesco Petretti.


IL BILANCIO
L'altro ieri il numero uno del Bioparco ha scritto una lettera a Virginia Raggi ricordando che senza il contributo del Comune la struttura è a rischio chiusura. La Dirigenza generale del Comune aveva dato ampie rassicurazioni, le ultime sono state ribadite anche la scorsa settimana, ma alla fine le rate dell'ultimo scorcio del 2018 e le prime due del 2019 non sono ancora state pagate.
C'è infatti un importo specifico che Roma capitale mette a bilancio solo per la cura e il benessere degli animali del Bioparco, «e del cui impiego, con dettagliata rendicontazione, abbiamo dato notizia nelle nostre precedenti comunicazioni», puntualizza Petretti citando le sue ultime lettere corredate di numero di protocollo.
«In assenza della certezza dell'importo riconosciuto da Roma Capitale il Consiglio di Amministrazione ha rinviato L'approvazione del bilancio», scrive ancora il Presidente amareggiato. La situazione è critica, e non una mera questione di scartoffie e poste di bilancio da incasellare, ma prima di tutto da incassare.

«In considerazione della situazione finanziaria che si è venuta a creare - spiega Petretti - aggravata dai mancati incassi per le pessime condizioni meteo che hanno letteralmente fatto crollare gli ingressi del pubblico nelle giornate sulle quali facevamo molto affidamento (Pasquetta, Primo maggio etc.), abbiamo dovuto purtroppo avviare una serie di procedure di contenimento dei costi di gestione della struttura, che si ripercuotono sulla godibilità e sui livelli di manutenzione del complesso».

TAGLI
E quindi, è scattata l'emergenza finanziaria che consente di spendere soldi solo per coprire i costi di alimentazione, cure sanitarie e veterinarie degli animali ospitati nelle strutture della Fondazione. «Ma fra breve - avverte il Presidente - anche da questo punto di vista dovremo effettuare dei tagli, che saranno purtroppo drastici». I tagli, infatti sono già in corso: un esempio su tutti è il programmato adeguamento del settore veterinario che non è stato realizzato, «tanto che risulta in gravissima carenza di organico».

E alla fine l'allarme chiusura: «Non Le nascondo che la situazione è tale che si possa persino prevedere la chiusura della struttura». Un messaggio duro e che stona con le bacheche grilline ubriache di campagna elettorale e piene di messaggi sulla tutela e il benessere degli animali.

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Il Messaggero