Bingo, lo scimpanzè con l’insonnia guarito al Bioparco dopo 20 anni di cure

Sottratto allo sfruttamento di un night club

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Tutta la sua infanzia l’ha passata vestito con uno smoking che lo faceva somigliare a un pagliaccio. Di notte lavorava in un night club di Pescara e il suo mestiere era...

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Tutta la sua infanzia l’ha passata vestito con uno smoking che lo faceva somigliare a un pagliaccio. Di notte lavorava in un night club di Pescara e il suo mestiere era quello di accendere sigarette ai clienti del locale, passeggiando tra i tavoli. C’era chi ne sorrideva e si divertiva per quel giovane scimpanzé che, notte dopo notte, viveva così il suo incubo. Oggi, a trent’anni di distanza da quella brutta storia, torna a vivere. Lui è Bingo, uno degli scimpanzé del Bioparco. Per colpa dei suoi aguzzini ha sviluppato tutta una serie di malattie e disturbi, di quelle stesse che portano uomini e donne da un gastroenterologo, da uno psichiatra, da un neurologo. C’è voluto tempo, tanto tempo, più di 20 anni, per ricostruire tutta la sua vita e fargli fare un’inversione di rotta, tanto che gli studiosi hanno ora intenzione di raccogliere gli anni di lavoro in una pubblicazione scientifica.

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Nell’area degli scimpanzé del Bioparco c’è un gruppo di lavoro di una decina di esperti che continua a prendersi cura di lui, e degli altri tre grandi primati ospiti, Edy, Pippi e Susy. Tutti e quattro erano detenuti illegalmente e sono stati portati nel giardino di Villa Borghese dopo alcuni sequestri.

L’EVOLUZIONE

La storia di Bingo è la più drammatica perché il suo sfruttamento è legato a una detenzione nel night club. «Stimiamo la sua nascita intorno ai primi anni Novanta - spiega Paola Palanza, presidente della Fondazione Bioparco di Roma - Aveva sostituito il giorno con la notte, quindi aveva il ritmo circadiano completamente sfalsato. Ed essere strappati da piccoli dalle mamme equivale a un trauma davvero insuperabile». Questa situazione ha causato tutta una serie di problemi, a cominciare da quelli comportamentali, un po’ come l’ansia, la depressione e la sindrome post-traumatica che vivono gli esseri umani. Proprio di recente i ricercatori del Bioparco e quelli di Roma Tre sono stati in grado di intervenire anche sul microbiota intestinale, cioè su quell’insieme di batteri che sempre più studi (anche negli esseri umani) stanno confermando il loro ruolo essenziale sul benessere. «Su Bingo e gli altri primati continuiamo a sviluppare un progetto mirato per il recupero comportamentale ed è frutto un lavoro lento di recupero che ci ha chiesto il Bioparco nel 2019», spiega Monica Carosi, docente di etologia e antropologia evoluzionistica a Roma Tre e coordinatrice dello studio. L’analisi scientifica prevede anche un controllo dei glucocorticoidi (la famiglia del cortisolo, l’ormone dello stress), attraverso l’analisi delle feci. «Stiamo continuando a notare effetti virtuosi di una dieta specifica non solo sul suo comportamento ma anche sul benessere fisico di Bingo: sono migliorate, per esempio, le condizioni del suo pelo». Qualche giorno fa a visitare Bingo e gli altri scimpanzé è arrivata anche Jane Goodall, la primatologa nota in tutto il mondo per i suoi studi su questi animali, Messaggero di pace delle Nazioni Unite. «Abbiamo realizzato un’area all’avanguardia dedicata a questi primati, il Villaggio degli scimpanzé - prosegue Palanza - Abbiamo creato uno staff dedicato di etologhe, biologhe nutrizioniste, veterinari, keeper per garantire il recupero psicologico e sociale degli individui e l'armonia del gruppo, nel massimo benessere ambientale possibile. E i risultati ci stanno dando ragione».

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Il Messaggero