Bimbo morto a Roma, il padre di Manuel: «Ho perso mio figlio per una bravata»

Ha tentato di aggredire il giovane che ha provocato lo schianto: "Facciano giustizia o ci penso da solo"

Bimbo morto a Roma, il padre di Manuel: «Ho perso mio figlio per una bravata»
ROMA «Maledetto, maledetto, maledetto...». L'ha gridato al cielo, l'ha gridato al mondo. La voce straziata di un giovane uomo disperato che ha appena perso il...

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ROMA «Maledetto, maledetto, maledetto...». L'ha gridato al cielo, l'ha gridato al mondo. La voce straziata di un giovane uomo disperato che ha appena perso il figlio di 5 anni riecheggia all'esterno del pronto soccorso dell'ospedale Sant'Eugenio. «Lo vado a cercare io... quello lì, mamma non ti preoccupare ci penso io», sussurra distrutto alla madre. Piange e non si dà pace, si piega sulle spalle di un amico. «Ho perso un figlio per una bravata». Le notizie si fanno più chiare, i video circolano e non è il caso, la rabbia monta. E le grida e i singhiozzi di Marco Proietti accorso al capezzale dell'ex moglie Elena Uccello, scuotono l'atmosfera triste e ovattata di chi è in attesa di visitare i propri cari. C'è chi vorrebbe abbracciarlo, chi china la testa a terra, chi seppur sconosciuto si avvicina e trova il coraggio di fare le condoglianze.

Un interminabile incubo iniziato mercoledì pomeriggio. Quando il padre di Manuel arrivato sul luogo dell'incidente, in preda a rabbia e dolore, ha provato a farsi giustizia da solo, cercando di aggredire lo youtuber dei The Borderline alla guida del Suv Lamborghini che si è scontrato contro la Smart guidata dalla ex moglie, la 29enne ricoverata fino a ieri al Sant'Eugenio. A fermarlo, davanti ai rottami dell'auto, agenti della Municipale, poliziotti e quanti erano presenti in via di Macchia Saponara, a Casal Palocco.

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IL RICONOSCIMENTO

A lui è toccato il riconoscimento del piccolo Manuel, all'ospedale Grassi di Ostia. Poi è corso al Sant'Eugenio, dove erano ricoverate la figlia di 3 anni, Aurora ed Elena Uccello, di 29 anni. «Era disperato, strillava, un pianto straziante che non sarà facile dimenticare» ricorda chi era presente. Una Smart Forfour "schiacciata" da una Lamborghini usata per una "challenge". Un gioco, una sfida di velocità che era un modo di vivere e guadagnare si scoprirà. E un figlio che non c'è più. Quanto basta per scatenare il dolore più nero, amaro, profondo. E far pronunciare frasi che solo un genitore può permettersi in preda allo sconforto di mormorare ad alta o bassa voce. «Se lo prendo... non mi costringano a farmi giustizia da solo».

Marco Proietti si è sincerato delle condizioni della piccola Aurora che dopo un breve passaggio al Bambino Gesù è stata dimessa ed affidata alla nonna. È tornato anche ieri dalla ex moglie, uniti da un dolore che non li lascerà più, la giovane donna è stata tenuta all'oscuro della morte di Manuel finché si è potuto. Ma dicono che se lo sentisse, «non chiedeva di lui», come sotto choc. La mamma ha riportato solo contusioni anche lei è stata dimessa ieri, ma ancora molto provata non ricorda niente dell'impatto mortale.

Era andata a prendere i figli all'asilo nido, erano entrambi ben seduti sui seggiolini nei pressi di Casal Palocco. Un pomeriggio come tanti. Poi lo schianto e la tragedia. «I miei bambini, vi prego, andate da loro, ditemi che stanno bene», gridava mentre era incastrata tra le lamiere, «pensate a loro, non a me». L'hanno portata via in lacrime, aveva fatto in tempo a vedere Manuel disteso sull'asfalto con un rivolo di sangue dietro la testa. È stato lui ad avere la peggio nel frontale con il Suv Lamborghini, pare si fosse scambiato il sedile con la sorellina più piccola, di certo non doveva andare così. Manuel non c'è più. E non c'è pace tra familiari e amici. Solo rabbia, disperazione. E il pianto infinito, straziante di un papà.

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Il Messaggero