Roma bimbo soffocato da hot-dog all'Ikea, il gip archivia l'inchiesta: «Solo una fatalità»

Roma bimbo soffocato da hot-dog all'Ikea, il gip archivia l'inchiesta: «Solo una fatalità»
Una fatalità. La morte di Francesco è stata una fatalità. Questo il senso dell'ordinanza del gip di Roma che ha archiviato l'inchiesta sul decesso del bimbo di 3 anni...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una fatalità. La morte di Francesco è stata una fatalità. Questo il senso dell'ordinanza del gip di Roma che ha archiviato l'inchiesta sul decesso del bimbo di 3 anni soffocato da un hot-dog mentre era con la mamma al ristorante Ikea di un centro commerciale a nord di Roma.






Il personale dell'azienda, stando a quanto scrive il giudice, ha agito correttamente e quindi non ci sono motivi per procedere. Una decisione che ha lasciato senza parole la famiglia del piccolo, con mamma Alessia che non riesce a darsi pace. «Vogliamo giustizia - dice con le lacrime agli occhi -. Non possono chiudere un'inchiesta senza neanche aver sentito le persone che hanno avuto un ruolo chiave in questa vicenda».



Un percorso giudiziario che, secondo la famiglia, «presenta numerose lacune e punti oscuri ancora da chiarire». Il cuore di Francesco ha smesso di battere il 17 marzo scorso, dopo cinque giorni di agonia al Gemelli. Il bimbo era stato portato al policlinico dopo essere rimasto soffocato da un pezzo di wurstel che stava mangiando al ristorante Ikea della galleria commerciale «Porta di Roma». Sono stati minuti di terrore, con la mamma che ha prima provato a farlo respirare e poi ha chiesto aiuto a chiunque si trovasse nei paraggi. I soccorsi arrivarono solo dopo, non senza problemi a raggiungere il bistrot, tra corridoi e scale mobili. La famiglia ha sempre riferito non solo di un «colpevole ritardo» del 118, ma soprattutto dell'«assenza del personale medico all'Ikea».



Tanto che presentò denuncia per omissione di soccorso. Oggi la notizia dell'archiviazione ha fatto ripiombare i genitori nel dolore di sette mesi fa. «Avevamo chiesto di ascoltare 8 testimoni - racconta mamma Alessia -, ma invece ne è stato sentito solo uno. Mentre quelli di Ikea, quattro, sono stati sentiti tutti». I genitori di Francesco hanno tante domande alle quali, oggi, temono di non poter ricevere più una risposta. «Perchè non è stato ascoltato nessuno del 118? Perchè hanno visionato le immagini solo di una telecamera, quando nel ristorante ce ne sono altre? - si chiedono - Abbiamo anche portato in procura tutti i documenti che attestano che i corsi per la sicurezza ad Ikea non venivano fatti da quattro anni, quando è successa la tragedia. Si sono ricordati solo dopo di farli. Il giudice scrive che il nostro testimone avrebbe confermato l'intervento del personale Ikea, quando a noi ha sempre detto il contrario». Insomma, papà Lorenzo e mamma Alessia alla «fatalità» proprio non vogliono arrendersi.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero