Roma, bimba rom colpita dallo sparo: l'ipotesi dell'arma potenziata

Bimba roma colpita dallo sparo: l'ipotesi dell'arma potenziata
Una perizia tecnica per stabilire se l'arma da cui è partito il colpo che nove giorni fa ha ferito la piccola Cerasela fosse stata modificata, per renderla più...

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Una perizia tecnica per stabilire se l'arma da cui è partito il colpo che nove giorni fa ha ferito la piccola Cerasela fosse stata modificata, per renderla più potente. Un accertamento che verrà fatto sia sulla pistola che sulla carabina - entrambe ad aria compressa - trovate a casa dell'ex dipendente del Senato Marco Arezio, 59 anni, indagato con l'accusa di lesioni gravissime dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e dalla pm Roberta Capponi. Gli inquirenti vogliono assicurarsi che le due armi, acquistate regolarmente per uso sportivo e senza bisogno di un permesso ufficiale, non abbiano subito modifiche non autorizzate, diventando quindi più pericolose. Circostanza che potrebbe costare all'indagato un'ulteriore contestazione.


LA DIFESA
Una perizia balistica sarà invece necessaria per stabilire se Arezio abbia raccontato la verità agli inquirenti: ha sostenuto che il colpo che ha raggiunto la bimba di 13 mesi sarebbe partito per sbaglio. Ha detto che stava provando sul balcone la pistola che aveva appena comprato e che l'arma sembrava essersi inceppata. Ha poi aggiunto di non essersi accorto di avere colpito la piccola, che era in braccio alla madre proprio sotto le finestre di casa sua, vicino a via Palmiro Togliatti, poco lontano dal campo nomadi di via Salone dove la bimba abita con i genitori. Arezio ha confessato di avere appreso la notizia dai giornali il giorno dopo e di essersi spaventato.
Intanto, le condizioni della piccola sono migliorate, ma i medici del Bambino Gesù non sono ancora in grado di stabilire se Cerasela riuscirà a camminare. Il piombino ha danneggiato un polmone, è arrivato vicino al cuore e ha provocato una grave lesione vertebrale. La bambina non è più in pericolo di vita, nei giorni scorsi ha lasciato il reparto di Terapia intensiva ed è stata trasferita prima in Chirurgia generale e poi in una sezione di degenza ordinaria. Le sue condizioni sono in lento miglioramento, ma i medici non possono ancora escludere che i danni alla colonna vertebrale siano permanenti.


Sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo a identificare Arezio, partendo dal piombino che aveva ferito la bimba. Hanno scoperto che munizioni dello stesso calibro erano state acquistate in un'armeria del quartiere dal cinquantanovenne, che è appassionato di armi e abita in un appartamento in via Lizzani, in cui uno dei balconi si affaccia sul viale dove Cerasela è stata ferita. I carabinieri hanno perquisito quella casa, hanno trovato la pistola e una carabina ad aria compressa. Sospettavano che il cinquantanovenne fosse legato ad ambienti di estrema destra e che quell'azione potesse essere stata dettata da odio razziale. Ipotesi che per il momento non ha trovato conferme e che Arezio ha respinto con decisione.

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Il Messaggero