Bimba rom ferita, oggi torna a casa: ma per camminare «servirà del tempo»

Bimba rom ferita, oggi torna a casa: ma per camminare «servirà del tempo»
La bimba rom ferita a Roma dai pallini di una pistola ad aria compressa sparati da una finestra, prepara una festa. Il motivo? Oggi lascerà l'ospedale dopo due mesi di...

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La bimba rom ferita a Roma dai pallini di una pistola ad aria compressa sparati da una finestra, prepara una festa. Il motivo? Oggi lascerà l'ospedale dopo due mesi di degenza. A rivelarlo un articolo de La Stampa. La bambina, hanno assicurato i medici del “Bambino Gesù”, tornerà a camminare. «Quando? Non lo sappiamo, ci vorranno mesi, magari un anno, non importa quanto, ma camminerà».

 

«Volevo solo provare la pistola, non ho mirato contro quelle persone». Si era difeso l'italiano di 59 anni indagato per avere colpito con un piombino la bimba nomade che si trovava in braccio alla madre mentre percorrevano viale Palmiro Togliatti. L'uomo, M.A., è un ex dipendente di Palazzo Madama. 

La piccola è stata raggiunta dal proiettile alla schiena, all'altezza della scapola.  I genitori fin dal primo momento hanno raccontato agli inquirenti che la loro figlia, di appena 14 mesi, era stata raggiunta da un colpo esploso da sconosciuto, «forse da un'auto in corsa», avevano aggiunto i parenti della piccola. Una ricostruzione, quella fornita da genitori e testimoni, a cui non mancavano incongruenze e discrasie ma che lasciava aperte tutte le ipotesi investigative. 

Ma a qualche giorno dall'episodio la clamorosa svolta con l'iscrizione nel registro degli indagati dell'italiano, incensurato, a cui i carabinieri sono arrivati dopo una attenta analisi della zona dove è avvenuto il fatto e in particolare del tratto in cui il lungo viale della zona est della Capitale incrocia quello dei Romanisti. Nei confronti dell'uomo il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e il sostituto Roberta Capponi contestano il reato di lesioni gravissime. Sull'eventuale movente razziale dell'episodio gli inquirenti restano cauti. «Dobbiamo portare a termine una serie di accertamenti tecnici, è ancora presto per arrivare a delle conclusioni», spiega chi indaga.


Nell'abitazione dell'indagato oltre alla pistola da cui sarebbe stato esploso il piombino è stata trovata anche una carabina, sempre ad aria compressa. Sulle armi, poste sotto sequestro, gli inquirenti disporranno una perizia mentre verrà effettuata anche una consulenza balistica. Ed è proprio sulla dinamica di quanto accaduto che i magistrati vogliono fare totale chiarezza. L'uomo, interrogato per alcune ore, si sarebbe difeso affermando che il colpo è partito inavvertitamente mentre si trovava sul terrazzino dell'abitazione. «Ho mirato verso l'alto - avrebbe sostanzialmente raccontato l'indagato -. Ho esploso un solo colpo e non ad altezza uomo, non volevo fare del male a nessuno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero