Roma, via libera al Bilancio: c'è l'ok dell'Oref ma con 12 raccomandazioni

Virginia Raggi
Via libera dell'Oref al bilancio della giunta Raggi. Dopo la bocciatura della scorso 20 dicembre l'organo dei revisori ha promosso la finanziaria del Campidoglio e il...

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Via libera dell'Oref al bilancio della giunta Raggi. Dopo la bocciatura della scorso 20 dicembre l'organo dei revisori ha promosso la finanziaria del Campidoglio e il documento unico di programmazione. Il parere favorevole è vincolato però ad alcune prescrizioni.


Il Sì dell'Oref è arrivato durante la seduta del consiglio comunale. Adesso il Comune grillino deve compiere una vera e propria corsa contro il tempo per approvare il bilancio entro il 31 gennaio. L'assessore al bilancio Andrea Mazzillo:
«Il parere è accompagnato da alcune raccomandazioni a partire dalle passività che questa amministrazione ha da decenni».

Nelle conclusioni dell' Oref si leggono dodici tra prescrizioni, sollecitazioni e raccomandazioni. Per esempio, «evidenziando il disequilibrio e la non omogeneità tra le entrate e le uscite straordinarie» l' Oref «raccomanda di limitare il più possibile, l'utilizzo delle entrate straordinarie non ripetitive a copertura della spesa corrente».

Subito dopo l'Oref «raccomanda» anche «l'adozione di idonei piani industriali atti a garantire una più efficiente erogazione dei servizi nell'ottica di una razionalizzazione della spesa, prevedendo nei nuovi contratti di servizi criteri oggettivi e chiari obiettivi di qualità che consentano la valutazione dei servizi erogati, prevedendo altresì opportune sanzioni a carico dei concessionari».


Ancora, l'Oref «prescrive di proseguire efficacemente nella revisione dei canoni di affitti sia attivi sia passivi, recuperando capacità di incasso circa le risorse derivanti dai beni dell'ente, dalle imposte e dalle tariffe
». I revisori raccomandano l'«urgenza di razionalizzare il perimetro delle partecipate di Roma Capitale e prescrive che si provveda alla cessione delle partecipazioni e/o allo scioglimento delle società non strettamente necessarie al perseguimento dei fini istituzionali dell'ente, anche al fine del conseguimento di risparmi di spese e riduzioni dei rischi derivanti dalla gestione delle società stesse». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero