Biblioteche in crisi, chiude la Rispoli

Biblioteche in crisi, chiude la Rispoli
Il countdown è partito da oltre un mese, gli scatoloni che poco a poco si riempiono con gli oltre 38 mila volumi lo raccontano: la Rispoli, storica biblioteca pubblica di...

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Il countdown è partito da oltre un mese, gli scatoloni che poco a poco si riempiono con gli oltre 38 mila volumi lo raccontano: la Rispoli, storica biblioteca pubblica di piazza Grazioli, chiusa da gennaio per problemi all'impianto di riscaldamento, scomparirà dal panorama culturale romano. Scorrono i titoli di coda, così ha deciso il Campidoglio.


E pensare che Paolo Poli trascorreva ore e ore tra quei corridoi, con il volto immerso tra titoli e volumi, manoscritti originali e testi introvabili sugli anni Venti del secolo scorso. Miniera inesauribile e punto di partenza per alcune delle sue pièce teatrali più famose. E non era l'unico. Affascinato da quel repertorio infinito, anche Raffaele La Capria e tanti altri tra scrittori, letterati e registi. Al loro fianco, anche i migranti, i rifugiati del Centro Astalli, che imparavano l'italiano attraverso i corsi di lingua ideati dalla direzione della biblioteca e scoprivano qualcosa di più della cultura italiana.

Era questa l'anima della biblioteca Rispoli: luogo culturale a vocazione sociale. Li trovavi seduti vicini, gomito a gomito, figli di imprenditori e nulla tenenti uniti insieme dalla voglia di conoscere. Tra le storiche biblioteche pubbliche della Capitale, fondata nel 1930 ed entrata nella rete civica per volere di Renato Nicolini nel 1979, sulla Rispoli l'amministrazione di Virginia Raggi ha deciso di porre la parola fine.

GLI STUDENTI
Entro fine luglio tornerà nelle mani dei proprietari delle mura la famiglia Doria Pamphilj perché il Comune ha deciso di rescindere il contratto di locazione (circa 180 mila euro l'anno). Nulla da eccepire su una decisione che il Dipartimento Attività culturali ha compiuto nell'ottica del risparmio. La città però, gli studenti del liceo Visconti, e i tanti appassionati, confidavano in un'alternativa: che il Comune trovasse nel suo ampio patrimonio immobiliare (parte del quale dismesso da anni) un luogo dove permettere alla Rispoli di continuare a esistere. E invece questo luogo non c'è. Qualche mese fa, era stata paventata l'ipotesi di riaprire la biblioteca nel palazzetto del Burcardo a largo Argentina. Poi l'ipotesi è tramontata a causa delle barriere architettoniche dell'edificio.


Così la via più veloce è quella di fare i bagagli e anche in fretta perché il Campidoglio come si vocifera a palazzo Senatorio non ha intenzione di pagare altri mesi d'affitto. Una speranza viene dal presidente di Istituzioni biblioteche, Paolo Fallai: «La ricerca di una sede alternativa non si ferma per tutelare non il patrimonio librario della Rispoli ma anche gli operatori che ci lavorano, però nel centro storico abbiamo ricondotto all'Istituzione la Casa delle Letterature e siamo fortemente impegnati soprattutto in quelle zone periferiche dove le biblioteche non ci sono».
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Il Messaggero