Mentre l’ex latitante Cesare Battisti è in viaggio verso il carcere di Oristano, per i corridoi di piazza Sempione 15, riecheggia, anzi, rimbomba, una polemica tutta...
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REAZIONE DEM
«Quando si ricopre una carica istituzionale – dice la consigliera dem Sara Alonzi – è bene rispettare quel ruolo e rimanere entro i limiti che questo impone. Se, per fare un esempio, si parla di rifiuti, ovviamente, si affronta un problema che ci riguarda: quando, invece, si esula da queste tematiche, non puoi certo pensare di avere le coperture politiche. E’ una questione di correttezza istituzionale». Ma Raimo non ci sta e tenta di coinvolgere nella polemica social Matteo Salvini: «Secondo me la responsabilità politica, gravissima, dell’indebolimento dello stato diritto è sia di un ministro dell’Interno che dicendo “marcirà in galera” fa carta straccia dell’articolo 27 della Costituzione, sia di tutto il coro che si è levato in questi giorni attorno a questa vicenda. Sono per l’amnistia anche per Battisti, serve una riflessione, non la galera». In piazza Sempione 15 quelle parole piombano anche nell’aula dove è riunita la maggioranza, in serata. «Quella di Raimo è stata un’uscita inopportuna, che poteva evitare – sottolinea il consigliere Pd Mario Bureca - Quella dell’arresto di Battisti è una vittoria di tutti gli italiani, indipendentemente dal colore politico». Imbarazzo dell’assessore al commercio, Francesca Leoncini: «Preferisco non commentare queste dichiarazioni. Io sono in linea con quanto espresso da Gentiloni e Renzi: con questa operazione verrà assicurata giustizia alle vittime che la aspettano da anni». Caudo tace: «Non commento post su Facebook», taglia corto. Il M5S, in Comune, chiede le dimissioni dello scrittore: «Ci sono sentenze passate in giudicato, quello che ha scritto è gravissimo. Dimissioni dell’assessore, vergogna». «Adotta qualsiasi paradosso pur di azzuffarsi su ogni tema», osserva maligno qualche collega dell’assessore. Giovedì, in consiglio, potrebbe arrivare la prima mozione di sfiducia, firmata dalla Lega. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero