Roma, Baraccopoli Togliatti, il ritorno dei nomadi: «Rischio roghi tossici»

Roma, Baraccopoli Togliatti, il ritorno dei nomadi: «Rischio roghi tossici»
Centinaia di migliaia di euro per le bonifiche, almeno tre sgomberi, una colonna di fumo nero che l’8 luglio del 2017 soffocò un intero quadrante della città,...

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Centinaia di migliaia di euro per le bonifiche, almeno tre sgomberi, una colonna di fumo nero che l’8 luglio del 2017 soffocò un intero quadrante della città, il sopralluogo addirittura della Commissione d’inchiesta parlamentare sulle periferie. Eppure, sono tornati. Almeno una ventina di famiglie di nomadi hanno occupato per l’ennesima volta la cosiddetta «buca», un enorme fossato su viale Palmiro Togliatti, a due passi da viale dei Romanisti. 


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Siamo in una delle tante “terre dei fuochi” della Capitale, dall’altra parte della strada c’è l’ex Casilino 900, il canalone che prese fuoco per un mese a causa dei quintali di immondizia sotterrati che dopo anni aspetta ancora una bonifica. La città è “congelata” a causa delle disposizioni imposte per contrastare la diffusione del coronavirus, ma loro, i nomadi, sono tornati. Indisturbati, hanno divelto la recinzione più volte installata dai proprietari del terreno. Ma gli abusivi, sono riusciti a realizzare in poche settimane un nuovo accampamento. L’area nel 2017 fu devastata da un incendio partito dal rogo di pneumatici. In quella fossa da sempre, infatti, gli occupanti smaltivano rifiuti illeciti dandogli fuoco. I residenti sono stati costretti per anni a respirare quei fumi tossici e ora l’incubo è tornato. L’altro giorno alcuni hanno scattato foto al “risorto” accampamento, ma non è andata bene.

«Mi hanno preso a sassate - dice Nicola Franco, volontario della Protezione Civile da anni, consigliere di FdI nel VI Municipio - la situazione è scandalosa, sono stati spesi almeno 90 mila euro per la bonifica i, ma ora l’accampamento è tornato». A ottobre del 2018 ci fu uno degli ultimi sgomberi. «La baraccopoli potrebbe creare forti tensioni sociali». La fotografia è di Antonella Menotti, vicepresidente del Comitato di quartiere di Torre Spaccata. E spiega: «È una bomba a orologeria, potrebbero ricominciare i roghi tossici, e poi quelle persone girano senza mascherine, qualcuno insomma potrebbe reagire molto male». 


Il presidente del VI Municipio, Roberto Romanella, risponde alle proteste: «Li abbiamo sgomberati più volte, abbiamo bonificato l’area, ricominceremo tutto da capo».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero