Baraccopoli a Roma, a Cinecittà roghi e discariche: «Siamo sotto assedio»

Trascinano sulle spalle sacchi di plastica nera, pieni di chissà cosa. Scompaiono tra le baracche, ricompaiono dopo pochi passi immersi in una immensa discarica. Spettatori...

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Trascinano sulle spalle sacchi di plastica nera, pieni di chissà cosa. Scompaiono tra le baracche, ricompaiono dopo pochi passi immersi in una immensa discarica. Spettatori stanchi osservano lo scempio da via Mario Luciani. Residenti infuriati dall'alto lanciano sguardi sulla favela sorta sotto casa, anni fa, che nessuno riesce a sfidare. La chiamano «la fossa», un canalone dal quale la notte si alzano fumi neri e tossici: roghi accesi per ottenere rame da rivendere e per bruciare l'immondizia che si accumula. Cinecittà Est: lungo la Palmiro Togliatti, poco prima di viale dei Romanisti c'è una rete verde che prova a oscurare una baraccopoli che sembra ampliarsi sempre di più tra il rombo delle auto e nel silenzio delle istituzioni.


L'APPELLO
La favela sotto casa sta diventando sempre di più una discarica. Il comitato di quartiere Torre Spaccata ha presentato «esposti e denunce, eppure nulla si è mosso» dice il presidente Daniele Eleuteri. A settembre dello scorso anno hanno raccolto mille firme per chiedere l'attenzione del municipio, «ma non c'è mai stato uno sgombero, dicono che quello sia il terreno di un privato deceduto e passato agli eredi, e che quindi non si può intervenire, ma in realtà c'è un problema di sicurezza e anche sanitario» dicono dal comitato, preoccupati per i roghi, ma anche per le condizioni in cui vivono decine di nomadi nella fossa. Siamo all'inizio del VI municipio (al confine con il VII), oltre dieci gli accampamenti abusivi nel territorio, baraccopoli che mangiano spazi abbandonati.

SICUREZZA
«Prima avevamo il Casilino 900, ora questa favela che si ingrandisce, siamo stanchi e preoccupati» dicono i residenti. Da via Mario Luciani si entra nell'accampamento da una strada sterrata trasformata in un'altra discarica: in terra resti di mobili, tubi, libri, anche foto d'epoca e medicinali. Dall'altra parte della strada, all'angolo con via Casilina sta nascendo un altro accampamento. «Siamo sotto assedio» dicono. Tra le favelas più conosciute, ce n'è un'altra più volte sgomberata. Ma ricompare ciclicamente. Anche ieri fioriva nell'indifferenza in un pratone lungo via di Torre Spaccata, prima di raggiungere l'incrocio con viale dei Romanisti e via di Torre Maura. «Se non c'è controllo, tornano» borbottavano vicino alla fermata del bus.

ARCHEOLOGIA

Dall'altra parte della Casilina, a poco meno di 3 chilometri di distanza, c'è un altro spazio verde in sofferenza. Stavolta c'è di mezzo anche la storia e l'archeologia. Villa Gordiani: V municipio, oltre 20 insediamenti abusivi secondo la mappa degli ultimi due anni. Nella villa c'è l'antico Mausoleo, che risale all'epoca costantiniana, uno dei beni della sovrintendenza capitolina. Il recinto è tagliato su più parti, gli invisibili di notte entrano e dormono, non soltanto nel giardino. Affacciandosi tra i ruderi esterni che compongono la struttura si scorgono letti di cartone, bottiglie e sporcizia.
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Il Messaggero