Bimbo guarisce dalla leucemia ma non può tornare a scuola: i compagni non sono vaccinati

Ha superato la leucemia, ma non può tornare a scuola: alcuni suoi compagni di classe non sono vaccinati, e per lui, otto anni e immunodepresso a causa della malattia,...

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Ha superato la leucemia, ma non può tornare a scuola: alcuni suoi compagni di classe non sono vaccinati, e per lui, otto anni e immunodepresso a causa della malattia, sarebbe un rischio mortale. Per cui niente banchi e libri: solo la propria casa, la famiglia e qualche sporadica visita degli amichetti. Accade a Roma, in una scuola elementare del quartiere San Giovanni. Un caso che oggi ha visto scendere in campo la Regione Lazio: «Una storia assurda - ha detto il governatore Nicola Zingaretti - faremo di tutto affinché questo bambino possa tornare a scuola il prima possibile: è una questione di civiltà». 


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La preside dell'istituto, già diffidata dai genitori del bambino, garantisce che «sicuramente troveremo le condizioni per farlo tornare a scuola». Il bambino ha scoperto la malattia circa un anno fa, racconta il 'Corriere della Serà. Dopo un lungo percorso di chemioterapia, ha il via libera dei medici: può tornare a una vita normale. Ma nella sua classe ci sono ben cinque ragazzini non vaccinati, di cui due figli di mamme che si dichiarano 'no vax'. Una posizione che in quella scuola, a quanto pare, è molto diffusa: circa il 30 per cento degli alunni non sarebbe vaccinato. Ma dopo la chemio vaccinarsi non si può, dicono i medici, ed ecco che un esempio di scuola - è il caso di dirlo - si trasforma in realtà: in classe non può tornare, perché il contatto con una malattia potrebbe essergli fatale.

«La Regione - interviene l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato - ha chiesto alla Asl di attivarsi presso la dirigenza scolastica per verificare le condizioni di accesso a scuola in piena sicurezza. Se persisterà una situazione che pregiudica il diritto ad accedere a scuola in piena sicurezza per la salute del bambino scatteranno sanzioni pecuniarie». Ma secondo l'associazione dei presidi la dirigente scolastica si trova di fronte a un problema annunciato: «C'è incertezza normativa - spiega il presidente di Roma Mario Rusconi - lo denunciamo da due anni. La legge non impone che tutti i bambini delle scuole elementari siano vaccinati: sono previste solo sanzioni pecuniarie in caso contrario, non l'esclusione degli alunni».


Per giunta siamo a metà anno scolastico: è a inizio anno che bisogna mettere in classi diverse immunodepressi e no vax, suggerisce. Ma adesso, a spostare i bambini, si rischiano proteste da entrambe le parti. Anche la preside dice di «fare quello che la legge mi dice: entro il 10 marzo le persone che devono regolarizzare la loro posizione mi presenteranno la documentazione, pena una multa. Se allora qualche alunno della classe non risultasse ancora in regola gli sarà offerta un'altra soluzione. Siamo alla terza proroga in materia di termini in cui presentare la documentazione - conclude - Se ci fosse stata più chiarezza casi del genere non si sarebbero verificati».
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Il Messaggero