L'automobilista investe un bambino e lo uccide. Il giudice riconosce la colpa anche del padre del piccolo, che non gli aveva tenuto la mano mentre attraversava la strada....
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Roma, uccise con l'auto un bambino sulla Colombo: «Correva troppo»
LA SENTENZA
Ieri per l'automobilista, un ventitreenne romano, è stata stabilita, in abbreviato, la pena a un anno di carcere per omicidio stradale. Viaggiava alla velocità di 70 chilometri orari, mentre il limite era cinquanta. Nel calcolo della pena, però, il giudice ha deciso di concedere un'attenuante all'imputato, dopo aver riconosciuto il concorso nel reato del padre del piccolo, finora mai stato indagato. Il gup Cinzia Parasporo, nel dispositivo, ha anche calcolato le proporzioni della colpa: il 70 per cento dell'automobilista, il 30 per cento del padre. Un riconoscimento che avrà pari riflessi anche sul risarcimento dei danni da stabilire in sede civile. Mentre già ieri il giudice ha tagliato del trenta per cento la provvisionale in favore del papà del bambino, che si era costituito parte civile. Anche il pm Andrea Cusani aveva sollecitato una condanna a un anno di carcere per l'imputato, oltre alla sospensione della patente, ma senza tener conto dell'attenuante per il concorso della parte lesa, riconosciuta poi di iniziativa dal giudice.
LA DINAMICA
In base alla ricostruzione del pm Carlo Villani, titolare dell'indagine, l'automobilista quella sera guidava distratto e, per di più, superando il limite di velocità. Non avrebbe fatto in tempo a evitare il bambino, che attraversava la strada a grande scorrimento da solo, a venticinque metri di distanza dalle strisce pedonali, di sera. Le speranze per Claudiu erano rimaste appese a un filo per due giorni. Poi, al Bambino Gesù, era stata dichiarata la morte clinica.
I TESTIMONI
Il padre, operaio, atterrito dalla disgrazia, come ultimo gesto d'amore aveva autorizzato l'espianto degli organi per la donazione. L'indagine, delegata alla Polizia Roma Capitale, aveva escluso la responsabilità del genitore, che in un primo momento aveva rischiato pure di finire nel registro degli indagati. Gli investigatori lo avevano ascoltato dopo i funerali: «Stavamo attraversando la strada per prendere il pullman - aveva spiegato l'uomo, sotto choc - Avevo usato l'accortezza di dire ai bambini di starmi vicino». Dei testimoni, però, avevano specificato di aver visto il piccolo camminare dietro al padre e non al suo fianco. Pochi passi che si sono rivelati fatali.
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Il Messaggero