Dalla scoperta di sempre nuovi geni legati a patologie infantili fino alle cure del futuro, basate su cellule immunitarie geneticamente ...
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modificate per imparare a riconoscere il nemico, che sia tumore o virus. Un anno e mezzo fa per medici, scienziati e direttori del Bambino Gesù la scelta è stata quella di puntare sulla ricerca scientifica per trovare risposte alle malattie rare e ad alcuni tumori, perché chi ha curato intere generazioni vuole lanciare altre sfide per non rimanere indietro: così ieri il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin ha inaugurato il nuovo polo per la ricerca pediatrica, uno dei più grandi d'Europa, che contiene tutto il necessario per le terapie più avanzate disponibili oggi, ma anche per gli studi su quelle che saranno il futuro della medicina. Accanto al cardinale, il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, il vicepresidente del Senato Linda Lanzillotta, il prefetto Pecoraro, mentre il ministro della salute Lorenzin ha inviato una lettera per sottolineare «la forza della ricerca». Cinquemila metri quadrati attrezzati con le più moderne tecnologie per le indagini genetiche e cellulari; 150 ricercatori impegnati nella ricerca su genetica, malattie rare e multifattoriali, onco-ematologia e immunoterapia; ventisei milioni di euro di investimento infrastrutturale e tecnologico a cui si aggiungono altri quindici di budget frutto dei servizi scientifici prodotti.
L'OFFICINA
Cuore della struttura la “cell factory” istituita in collaborazione con il Gemelli, che con le sue 13 camere sterili dedicate alla terapie genica, cellulare, ingegneria tissutale, produzione di vettori virali e anticorpi è di per sé una delle più grandi in Europa. Il via libera dall'Aifa per la produzione arriverà entro il prossimo anno. Oltre ad essere utilizzata per la preparazione di terapie personalizzate già sperimentate, ad esempio in campo oncoematologico, l'officina farmaceutica, progettata con tutti gli standard più avanzati di sicurezza, servirà a preparare i prodotti, dai vettori virali che servono a portare all'interno delle cellule malate il Dna corretto alle cellule immunitarie dello stesso paziente modificate, per le sperimentazioni previste dall'ospedale. Ha spiegato il direttore scientifico del Bambino Gesù, Bruno Dallapiccola: «Il 50-70% dei ricoveri pediatrici è dovuto a malattie di origine genetica o a larga componente dovuta al Dna: a questo servirà anche la grande biobanca, che ha già decine di migliaia di campioni. La ricerca sarà di tipo traslazionale, che provoca cioè dirette ricadute sulle terapie».
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Il Messaggero