Bambino Gesù: detenuti, il riscatto al call center: «Rispondo al telefono e mi riscopro essere umano»

Bambino Gesù: detenuti, il riscatto al call center: «Rispondo al telefono e mi riscopro essere umano»
«Con questo lavoro ho scoperto il mio lato umano, quello che non pensavo di possedere». A parlare è un detenuto del carcere di Rebibbia, uno degli operatori del...

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«Con questo lavoro ho scoperto il mio lato umano, quello che non pensavo di possedere». A parlare è un detenuto del carcere di Rebibbia, uno degli operatori del call center che l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha attivato presso la Casa Circondariale romana nel settembre 2011 per la gestione delle prenotazioni sanitarie. La convenzione tra Ospedale, Istituto penitenziario e Cooperativa sociale “e-Team” è stata recentemente confermata per il quinto anno consecutivo. Per l’occasione, la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, ha incontrato i detenuti impegnati in questa attività.

Ogni giorno al Centro Unico Prenotazioni dell’Ospedale (CUP) arrivano centinaia di telefonate, una media di 20 mila richieste al mese, per un totale di prestazioni ambulatoriali che ogni anno supera il milione. Oltre il 30% di questa mole di prenotazioni viene gestito proprio nell’istituto penitenziario di Rebibbia. Il servizio è svolto da un gruppo di detenuti selezionati con una serie di colloqui di idoneità e preparati al lavoro dal personale del Bambino Gesù: da quasi 5 anni accolgono le telefonate dei genitori che vogliono prenotare una visita per i propri figli, verificano l’impegnativa, fissano l’appuntamento.   
L’obiettivo della convenzione è offrire un’opportunità professionale retribuita a detenuti che altrimenti rischierebbero di restare esclusi dal tessuto produttivo e ottimizzare le prestazioni del CUP dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede.
Dal 2011 ad oggi sono stati formati e impiegati circa 30 reclusi. Attualmente il servizio è affidato a 10 detenuti (9 operatori e un coordinatore) che operano all’interno del carcere attraverso collegamenti telematici forniti dall’Ospedale insieme al supporto tecnico per il funzionamento dei programmi utilizzati.

«L’impegno dell’Ospedale è declinato su diversi fronti sociali oltre a quello profuso nella ricerca e nella cura dei bambini» ha affermato la presidente Mariella Enoc. «La collaborazione tra Bambino Gesù e carcere di Rebibbia è un esempio concreto: da un lato offre a detenuti molto motivati e competenti una valida possibilità di reinserimento lavorativo, dall’altro permette all’Ospedale di accrescere la qualità dei servizi offerti ai piccoli pazienti e alle loro famiglie».


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Il Messaggero