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Roma è talmente sporca, ridotta male, con l'immondizia che trabocca ovunque, i marciapiedi scalcagnati, ridotti a discarica, pieni di erbacce alte un metro e impraticabili (basta andare a Via Bencivenga o a Via Val Brembana nel Terzo Municipio) che persino i bambini, in un sondaggio fatto dalle Acli, indicano tra le priorità la pulizia, la vivibilità, il decoro.
E' quanto emerge nella ricerca condotta su 250 ragazzini (di età compresa tra i 7 e i 16 anni e rappresentanti dei vari quartieri della città). A loro è stato infatti sottoposto un questionario anonimo online, compilato con l'aiuto dei genitori, che ha aiutato a capire com'è vista Roma dai più piccoli e come vorrebbero che fosse migliorata.
Il questionario sottoposto ai bambini della Capitale ha evidenziato come, seppur con delle differenze significative tra centro e periferia, le percezioni dei bambini tocchino tematiche comuni e trasversali.
Un'attenzione all'ambiente e al decoro urbano che emerge con chiarezza visto che i minori dividono la gran parte del tempo libero tra il cortile del palazzo e i giardini pubblici (rispettivamente per il 42,7% e il 58,6% degli intervistati), anche se molti di loro passerebbero molto più tempo nelle attività sportive (indicate come luoghi privilegiati di svago dal 39% degli intervistati). I bambini e le bambine di Roma inoltre, risultano essere estremamente consapevoli del patrimonio artistico, storico e culturale della città, ma sottolineano tra le urgenze quella di valorizzare al meglio questi siti e la loro migliore accessibilità.
«Promuovere un percorso di ascolto a partire dal basso – commenta Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia – è un modello che dovrebbe essere assunto anche dalla politica affinché si possano dare risposte sartoriali adeguate ai bisogni emergenti e calate nei territori specifici dove questi nascono. Abbiamo scelto di partire dai bambini per raccontare Roma perché progettare una capitale all'altezza della sua storia e del suo ruolo, anche in una dinamica europea, ci porta a dover dare risposte nell'immediato, ma anche gettare le basi per il futuro e nessuno, meglio dei bambini, può aiutarci in questo arduo compito. I bambini di oggi, infatti, sono i cittadini di domani, ed è con lo sguardo lungimirante che coniuga visione e concretezza che la prossima amministrazione dovrà approcciare al governo di questa città. Iniziare dai bambini vuol dire quindi mettere il futuro al centro del presente, non come una forzatura temporale ma come esigenza di progettazione e di proiezione delle priorità e i risultati di questa nostra azione di ascolto, in questo senso, sono stati illuminanti. I bambini hanno chiamato in campo gli adulti con senso critico e lucidità, ora noi dobbiamo essere pronti a rispondere a questa sfida con un forte senso di corresponsabilità».
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Il Messaggero