Nel tracollo nazionale del centrosinistra c'è un modello, quello del Lazio, che non solo tiene, ma vince. Elegge sindaci di città rilevanti, strappa ai Cinque...
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E domani infatti il governatore del Lazio incontrerà 200 sindaci di quella che lui chiama l' Alleanza del Fare, una sorta di cartello di amministratori volenterosi e concreti dai quali ripartire. Il risultato di Roma - in III e VIII Municipio - la dice lunga: sia Amedeo Ciaccheri, eletto di slancio al primo turno alla Garbatella, sia Giovanni Caudo, l'ex assessore di Ignazio Marino che ha conquistato Montesacro, sono due outsider, investiti dalle Primarie a discapito dei candidati ufficiali Pd. E hanno vinto con la coalizione modello-Zingaretti. Caudo addirittura avanza l'idea «di riannodare i fili con un'esperienza di Marino che molti romani non capiscono perché si sia interrotta in modo così traumatico: la nostra vittoria dimostra che l'autoreferenzialità del PD non funziona».
Parole che seppelliscono una classe dirigente, in particolare romana, del Pd. E infatti dietro le vittorie di Caudo e Ciaccheri c'è l'ex Sel Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione e uomo di fiducia di Zingaretti. M5s, assente da tutti i ballottaggi, torna a vincere a Pomezia: e molti leggono il voto come un test di mid term sul gradimento dell'amministrazione capitolina. Il centrosinistra vince in provincia di Roma con l'ex senatore Pd Esterino Montino che fa il bis a Fiumicino, a Velletri con Orlando Pocci, col navigato Pietro Tidei che conquista Santa Marinella mentre a Ferentino, in Ciociaria, Antonio Pompeo è già sindaco da due settimane. E anche nelle vittorie 'civichè della provincia di latina, a ben guardare, c'è un pò di Regione: Antonio Terra, confermato ad Aprilia, è uno dei firmatari del Manifesto dei sindaci pro-Zingaretti. A controprova c'è la sconfitta senza appello di Viterbo, dove un Pd spaccato ha portato a una doppia candidatura al primo turno che ha messo fuori gioco entrambi i concorrenti, i cui voti sommati avrebbero portato al ballottaggio.
Per il centrodestra, che in verità già partiva favorito, è stata una passeggiata.
Il Messaggero