Non solo i polli, "ce piace" pure il baccalà (mantecato): la ricetta di Sabrina per Il Messaggero

Il ritornello, che ogni romano conosce bene e ha canticchiato almeno una volta in vita sua, recita così: "ci piacciono li polli, l'abbacchio e le galline...

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Il ritornello, che ogni romano conosce bene e ha canticchiato almeno una volta in vita sua, recita così: "ci piacciono li polli, l'abbacchio e le galline perchè son senza spine e non sono come il baccalà". Da qui la convinzione, non del tutto corretta, che il baccalà - ovvero il merluzzo conservato sotto sale - sia un pesce scomodo e pieno di spine. Certo, le spine ci sono, ma si riescono ad individuare facilmente perchè non sono propriamente di piccole dimensioni. 

 
Il baccalà è un pesce che possiamo tranquillamente definire ruffiano, nel senso buono del termine, perchè si fa ben volere da tutti ed è possibile cucinarlo in molti modi. Da sempre è uno degli elementi cardine della cucina romana anche perchè il baccalà è un pesce che costa poco e la conservazione sotto sale ne permette una durata nel tempo prolungata. Oggi la maggior parte dei baccalà che si commercia nei mercati italiani proviene dai freddi mari del Nord Europa, ma questo non ha minimamente intaccato la sua popolarità. 

Il Baccalà mantecato che ci ha preparato la nostra lettrice Sabrina è una versione che si sposa bene sopra dei crostini o delle bruschette. Il suo sapore delicato è perfetto per un antipasto sfizioso o un aperitivo originale. La preparazione è oggettivamente facile e richiede solo del tempo, un pizzico di attenzione e materie prime di qualità. L'aspetto che più ci fa riflettere è che sia proprio il tempo l'ingrediente più difficile da trovare e che porta ad una amara considerazione: minore è il tempo che spendiamo in cucina e maggiori saranno le volte in cui saranno altri a decidere per noi che sapori dovranno avere i nostri pasti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero