In sei ore ha raccontato il suo viaggio nell'inferno della prostituzione. Così una delle due ragazzine finite nel...
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Così una delle due ragazzine finite nel giro di prostituzione minorile dei Parioli, a Roma, ha ribadito tutte le accuse al suo sfruttatore Mirko Ieni che - ha detto davanti al gip - «sapeva che ero minorenne e lo usava per avere clienti».
«Se vuoi la pace, preparati alla guerra», è la scritta tatuata sul braccio della ragazzina, 16 anni, e sembra il manifesto della sua vita, seppur adolescente, già dura. Nell'inchiesta nei mesi scorsi sono finite in carcere sei persone, anche la mamma dell'altra ragazzina che, a detta dell'accusa, la spingeva a prostituirsi.
Collegata in video conferenza la ragazzina oggi, assistita da uno psicologo, ha sostenuto di aver iniziato «perchè volevo fare molti soldi e non volevo farmi mancare nulla». Nonostante, a differenza dell'amica, lei fosse di buona famiglia. Ma il miraggio del guadagno senza impegno era troppo forte. Così un giorno ha digitato su Google «soldi facili» e da lì si è aperta la porta dell'inferno. «Ho risposto a un annuncio», ha spiegato. E tramite chat è arrivato il contatto con il caporalmaggiore dell'esercito Nunzio Pizzacalla e poi con Mirko Ieni, entrambi finiti agli arresti. Quest'ultimo, una delle figure chiave dell'indagine, «era a conoscenza» dell'età della ragazza e la «sfruttava per aumentare il numero dei clienti».
La ragazza, 17 anni il prossimo ottobre, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto, Maria Monteleone, ha spiegato che il suo sfruttatore sarebbe stato, quindi, a conoscenza della giovanissima età. «Guadagnavo molti soldi, anche 5-600 euro al giorno, di cui una piccola parte la giravo a Ieni per l'affitto della stanza ai Parioli». Soldi «facili» che la giovane spendeva «per acquistare vestiti di marca e telefonini di ultima generazione». La giovane ha spiegato che nel giro di prostituzione dei Parioli non c'erano altre minorenni oltre alla sua amica, 16 anni il prossimo ottobre, che verrà sentita mercoledì con le stesse tutele davanti al gip Maddalena Cipriani.
Al momento sono cinque i clienti identificati e indagati.
Il Messaggero