Boom di baby-gang: «Rapinatori per noia»

Boom di baby-gang: «Rapinatori per noia». A un ragazzino terrorizzato, oltre a puntargli il coltello alla gola, hanno portato via la microcar ad un semaforo...

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Boom di baby-gang: «Rapinatori per noia». A un ragazzino terrorizzato, oltre a puntargli il coltello alla gola, hanno portato via la microcar ad un semaforo sull'Appia. A mettere a segno il colpo due baby-rapinatori. Sono solo gli ultimi di una lunga serie di gruppi di giovanissimi malviventi che agiscono per le strade della Capitale, senza freni. In altri casi, alcune gang più numerose, hanno aggredito coetanei solo per portargli via smartphone e auricolari. Ma altri ancora rapinavano per noia: certo rubavano collanine d'oro, «ma solo per sfregio, con questi soldi ci compriamo le bibite». Sono sempre più giovani, al massimo ventenni, spregiudicati e arroganti, i rapinatori 2.0. Soldi facili, ottenuti con la violenza. Ragazzini terribili che agiscono sempre con lo stesso modus operandi, la loro forza è il gruppo. Nella maggior parte dei casi romani. Come i tre, un 18enne e due minorenni, che a gennaio rapinarono un minimarket a Casal Bruiciato, picchiando con una mazza da baseball il proprietario.


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LE INDAGINI
Da gennaio a oggi solo gli investigatori dell'Arma di rapine ne hanno registrate almeno 3 al giorno. Ma una quarantina di rapinatori sono stati smascherati, alcuni cogliendoli sul fatto, altri dopo indagini minuziose. Si tratta di 4 stranieri, 28 romani, 3 italiani (di questi 14 sono minori o al massimo 20enni). La Benemerita, insomma, ha intensificato la lotta al crimine e i risultati non sono mancati. A ricostruire profili e risultati, è il colonnello Antonio Petti, comandante del Gruppo di Roma, soddisfatto perché un'attività ben pianificata «ha portato buoni frutti». «Non ci occupiamo solo di criminalità organizzata, ma anche dei reati comuni e predatori che sono quelli che colpiscono nel quotidiano i cittadini - aggiunge - parliamo di rapine su strada e nelle attività commerciali. Molto del successo del risultato è proprio l'analisi dei video delle telecamere nei negozi o zone limitrofe. Ci aiutano a ricostruire la serialità, fondamentale per non fermarsi solo all'ultimo caso».


Nelle ultime 48 ore nel calderone degli arresti e denunce, oltre ai due minorenni di 15 e 17 anni che hanno rubato l'auto a un coetaneo, e alla coppia di 20enni che mettevano a segno rapine in scooter a Monteverde, sono finiti anche due fratelli, di 41 e 48 anni, di Torre Maura che di colpi ne hanno messi a segno almeno 14. Ma anche un 40enne che, armato di pistola, il 13 marzo rapinò un supermercato e i clienti. Pochi i quartieri che restano immuni. «Spesso è vero si tratta di giovani che agiscono dall'altra parte della città rispetto ai loro quartieri - aggiunge Petti - ma ci sono anche quelli che ne hanno fatto una professione. Importante è il lavoro portato avanti - conclude il colonnello - in sinergia con il Gruppo reati gravi contro il patrimonio della Procura, diretto dal procuratore aggiunto Lucia Lotti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero